Trieste, accelerata sulle masserizie degli esuli: parte il trasferimento dal Magazzino 18 al 26

TRIESTE Entro l’anno i primi movimenti, a gennaio e febbraio il grosso del lavoro, a cura della Fast scelta in seguito a una ricerca di mercato effettuata dal committente Irci.
Tutto in poche centinaia di metri in Porto vecchio: le masserizie degli esuli, oggi conservate nel Magazzino 18 cantato da Simone Cristicchi, saranno trasferite nei 2.000 metri quadrati messi a disposizione dal Comune al secondo piano del Magazzino 26, il vasto contenitore candidato a ospitare il Museo del mare finanziato con 33 milioni dal governo.
In un certo senso si tratta - ricorda il presidente dell’istituto Franco Degrassi - di un ritorno, perché il mesto arredamento dei profughi post-bellici da Istria e Dalmazia era già stato ospitato dal “26” nell’arco decennale che corre tra la fine degli anni ’80 e la fine degli anni ’90. Letti, armadi, credenze, tavoli, sedie, comodini, cassettoni, oggetti di culto, strumenti di lavoro, posate, piatti, bicchieri, soprammobili: questa silente testimonianza di un popolo in fuga era stata inizialmente raccolta nei Magazzini 21-22, sempre in Porto vecchio.
Poi verso la fine degli anni ’80 la costruzione dell’Adria terminal costrinse le masserizie al trasloco nel “26”, ma prima di questa decisione la loro sorte fu messa in seria discussione: il mondo dell’Esilio ricompose temporaneamente le storiche frizioni, fece muro e riuscì a salvare quei ricordi ormai senza più un proprietario che non fosse lo Stato. E lo Stato fece dono all’Irci di quel patrimonio di affetti. Le vicissitudini non erano comunque terminate poiché dal “26” furono ancora trasferite, stavolta al “18”, poco più di vent’anni fa.
Adesso questo simbolo di precarietà e di dolore si avvia a raggiungere quella che dovrebbe essere la sua destinazione definitiva. A dare una mano a Franco Degrassi e al direttore Piero Delbello nell’allestire i 2.000 metri cubi di materiali, è l’architetto Giulio Polita.
Da tempo si era deciso che la grande matrioska del “26” avrebbe accolto anche le masserizie, perché nel “18” - come rileva il testo della delibera portata l’altro giorno dall’assessore Giorgio Rossi - piove dentro, si rischia di accelerare il degrado del mobilio, non ci sono neppure garanzie di sicurezza per i visitatori. Ecco perché la delibera sottolinea l’urgenza del trasferimento, per il quale il Comune stanzia un contributo di 80.000 euro. Contributo che - precisa la delibera - presenta aspetti di straordinarietà, non contemplati dal regolamento comunale, tali da ritenere opportuno il passaggio in Consiglio. A preparare il vaglio dell’aula sarà una riunione della V commissione convocata “da remoto” a mezzogiorno di domani venerdì 18, a cura della presidente Manuela Declich (Lega). In due fasi l’erogazione degli 80.000 euro: il 50% entro 60 giorni dalla concessione, la seconda tranche entro 90 giorni dal ricevimento del rendiconto.
Il trasloco delle masserizie nel “26” non esaurisce - puntualizza Degrassi - la missione museale dell’Irci, che porterà in Porto vecchio anche i reperti oggi custoditi in via Torino 8, nel contesto di un allestimento inaugurato nel giugno 2015. Perché la sede, che si affaccia sulla via della “movida”, si concentrerà sull’attività di studio, di ricerca, di esposizione storico-artistica, di raccolta di libri. —
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