Trieste, addio strip tease, al Carillon si fa teatro

TRIESTE Ritorno al futuro per il Carillon che compie 70 anni e, guardando avanti, pensa alla tradizione. Sotto forma di spettacoli di cabaret. Lo storico locale - che nel 2016 spegne 70 candeline – partirà questo mese con una nuova programmazione a cura di Marcello Crea, attore, regista e autore di scuola Zelig. Sabato alle 22 l'inaugurazione del varietà, con la partecipazione di Crea e del maestro (e figlio d'arte) Livio Cecchelin in una serata speciale alla quale sono invitati i vecchi gestori, i “vip” e le autorità cittadine. Ci sarà spazio per il duo Stileliberoband (Pino Colucci e Antonella Bellissimo): trasformisti, cabarettisti e cantanti che dai più modaioli locali milanesi e le più note località turistiche invernali si esibiranno in esclusiva per la prima volta a Trieste. La bellezza femminile sarà rappresentata dalla regina del Burlesque, Kjarysha Zocco.
Sarà un appuntamento all'insegna del divertimento e dell'amarcord. Verranno infatti ripercorse le tappe principali della storica meta dell'intrattenimento mondano. Dal 1946 a oggi, il locale di via San Francesco è stato Scuola di ballo, ristorante e poi music hall. Aperto come centro di danza da un’imprenditrice che lo gestì fino al 1968, in 7 decadi di attività si sono alternate solo quattro gestioni: l’ultima è quella di Graziano Bissacco e della moglie Eleonora. Prima di chiamarsi Carillon, il locale era un apprezzato ristorante dove la Trieste bene entrava in abito da sera (e chi non lo possedeva poteva noleggiarlo). Vi hanno suonato, tra gli altri, Bruno Martino e Peppino di Capri. Nel ’78 il locale si chiamava Trocadero.
Poi l'allora titolare Bruno Gon decise di rinnovarlo totalmente e chiamarlo ristorante cabaret music hall Carillon. Da allora, l'insegna con il caratteristico cilindro, l'elegante bastone e i guanti da gentleman illumina il centro cittadino. «La nuova programmazione – spiega Crea – si ispira alla forma d'arte del varietà, che qui vanta una grande tradizione. Prevede cabaret, cantanti, fantasisti, soubrette, ballerine e illusionisti». Pianobar e dj set, più vicini alle nuove tendenze dei night club e al gusto del pubblico, si sostituiranno ai numeri di strip-tease. Nel locale, da poco rinnovato, troverà cittadinanza il Gran Varietà. «Perché al Carillon? Perché – risponde Crea, visto sugli schermi di Canale 5 nella soap opera “Vivere” – rappresenta la cornice più adatta: è forse l'unico locale a Trieste a prestarsi così bene al cabaret, dotato com'è di un ampio palcoscenico e perfettamente arredato per ricreare le suggestive atmosfere del Cafè Chantant e quelle fumose del Tabarin. Il pubblico potrà assistere a un repertorio che intende mantenere quel tocco mondano e quel pizzico di raffinata trasgressione che hanno rappresentato l'avanspettacolo d'autore. Non mancheranno ovviamente le mitiche soubrette, tanto care a personaggi come Macario. È un'avventura che affronto con grande entusiasmo, in un locale dalla grandissima tradizione che vuole fortemente rilanciarsi».
«In questa prospettiva – aggiunge il titolare, Graziano Bissacco - è stata stretta una collaborazione con Crea, non a caso autore di“Atmosfere d'avanspettacolo”, piéce con Gigi Sabani, Enrico Beruschi, Adriana Russo e Andro Merkù rappresentata numerose volte anche in città». Anche le ballerine parteciperanno al nuovo corso, trasformandosi in attrici e cantanti e rinnovando la propria immagine: dalla pole dance passeranno alla recitazione, dal Burlesque all'interpretazione di Ninì Tirabusciò, dallo strip tease al canto. Le prove sono serratissime e l'impegno tanto. «E i risultati - anticipa Crea – sono davvero ottimi».
Da quest'anno, la struttura sarà gestita da una nuova società. «Anche per tirare una riga col passato - spiega Bissacco - e ripartire guardando al nuovo, ma sempre nel solco della continuità. Cabaret e cafè chantant sono la modernità e allo stesso tempo la tradizione: quello che rappresenta per la città il Carillon. A questi tavoli - ricorda - si sono sedute generazioni di politici e uomini d’affari, ma anche gente comune. La clientela è sempre stata particolarmente selezionata. Oggi non siamo più così selettivi, ma è sempre gradito un abito decoroso. Vogliamo tornare al clima degli anni Ottanta, al sano divertimento e all'educazione. E noi, ancora una volta, anticipiamo i tempi».
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