Trieste, apre i battenti la “casa” dei 13mila serbi triestini

TRIESTE Uno sportello informativo interamente dedicato alla comunità serba di Trieste. Il servizio, già attivo da qualche giorno, sarà inaugurato ufficialmente oggi pomeriggio dal Comune che sostiene l’iniziativa attraverso l’assessorato al Welfare che fa capo a Laura Famulari.
Lo spazio si trova in via Genova 15/b in un locale messo a disposizione dalla comunità che, nel capoluogo, conta 5mila residenti e oltre 8mila non residenti. Si tratta di una delle realtà storicamente più importanti nel capoluogo.
Lo sportello fungerà da punto di riferimento per tutti quei cittadini, tanto più quelli di recente immigrazione, che hanno bisogno di essere aiutati in svariate pratiche burocratiche per le più comuni esigenze lavorative, familiari e legali. Gli esempi sono molteplici: rilascio e rinnovo del permesso o della carta di soggiorno, ricongiungimento familiare, procedimenti per l’acquisto della cittadinanza italiana e per la naturalizzazione, minori ed espulsioni. Non solo.
Potranno farsi avanti anche tutti quei piccoli imprenditori che intendono investire in città e che necessitano di consigli e delucidazioni su come muoversi tra enti, normative e altro. Un’attività di consulenza pensata per «promuovere l’integrazione sociale, economica e culturale dei destinatari favorendo la corretta conoscenza dei doveri e dei diritti e la cultura del diritto nel rispetto della normativa, garantendo ai cittadini extracomunitari pari condizioni di accesso ai servizi e di fruizione del diritto», si legge nella convenzione stipulata tra Comune, Regione, Camera di Commercio, Prefettura, Consolato generale serbo e Comunità religiosa serbo ortodossa.
Il progetto è previsto da una legge regionale, la 3 del 2013, nell’ambito delle iniziative di internazionalizzazione che intendono consolidare i legami con l’area balcanica. E, in particolare, a sostenere il processo d’integrazione europea della Repubblica di Serbia.
«Un’iniziativa indicata in una legge regionale e che attendevamo da tempo. Questo per noi è certamente un grande aiuto per facilitare l’inserimento di chi è appena arrivato ma anche per chi è qui da tempo - riflette il presidente della Comunità Zlatimir Selakovic - per qualcuno è come se fosse una sorta di primo soccorso, un primo contatto».
«Penso soprattutto a chi ha problemi con la lingua o a chi non sa come gestire la burocrazia. Ma pensiamo ad esempio anche a tutte quelle persone che raggiungono la pensione e che si trovano a dover preparare moduli e spostarsi in vari uffici. Naturalmente hanno la necessità di qualcuno che sappia fornire indicazioni precise e suggerimenti. L’iniziativa potrà favorire pure gli investimenti con le aziende italiane».
Un progetto al quale ha contribuito pure la Consulta immigrati di Trieste. «Siamo soddisfatti - commenta la vicepresidente Lidija Radovanovic - è un modo molto utile per noi sostenere l’orientamento degli stranieri. Abbiamo partecipato alle varie riunioni organizzate in questi mesi per mettere a punto il nuovo spazio».
Il servizio si reggerà su un contributo del Comune che ammonta a 30mila euro. Sono fondi regionali già stanziati che gli uffici del municipio provvederanno a trasferire alla Comunità religiosa serbo ortodossa nella misura del 50% nel primo anno di attività, mentre il restante sarà erogato negli anni successivi.
Ma, così prevede la convenzione, «qualora in sede di rendicontazione finale la Comunità serba di Trieste dovesse presentare delle spese di importo inferiore rispetto alle percentuali previste o non documentate o non previste dalla presente documento, il Comune provvederà a richiedere la restituzione delle somme eccedenti alle spese ammesse». La cifra, in sostanza, serve a coprire il costo dei servizi e degli impiegati che operano allo sportello.
La convenzione durerà un anno ed è rinnovabile per i prossimi «fatta salva la disponibilità finanziaria sul capitolo del bilancio regionale».
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