Trieste città della scienza incassa il sì della Slovenia
Il console generale di Lubiana comunica alla Regione l’appoggio alla candidatura nel giorno in cui Confindustria tiene a battesimo il patto impresa-ricerca per il 2020

Silvano Trieste 08/06/2017 Sede Confindustria, presentazione protocollo a sostengo di Trieste eurocapitale
Dopo il pieno appoggio da parte del Miur, ieri si sono fatti avanti altri due importanti sostegni alla candidatura di Trieste Capitale della Scienza. Da una parte un protocollo di collaborazione a sette tra imprese ed enti di ricerca. Dall’altra una lettera di appoggio del ministero sloveno per l’Istruzione e la Ricerca. Notizia quest’ultima emersa dall’incontro tra l’assessore regionale alla Cultura Gianni Torrenti e la console generale slovena nel capoluogo di regione, Ingrid Sergas. La riunione, a cui ha preso parte anche la console Tanja Mljac, per Sergas è stata l’occasione per congedarsi dopo tre anni e mezzo di servizio.
A comporre invece il sodalizio triestino sono Confindustria Venezia Giulia, Università di Trieste, Sissa, Area Science Park, Autorità di sistema portuale dell’Adriatico orientale e Camera di Commercio della Venezia Giulia che, assieme alla realtà promotrice, la Fondazione Internazionale per Trieste, hanno siglato l’accordo. Che presuppone una naturale evoluzione di due percorsi avviati tra Confindustria e l’ateneo e la Scuola superiore di via Bonomea.
Si punta così a creare la giusta osmosi tra aziende ed enti di ricerca affinché si diffonda in ogni impresa la cultura dell’innovazione. “Comunichiamo così a tutti - ha specificato Diego Bravar, in rappresentanza sia di Confindustria che della Cciaa - che noi vorremmo portare in uno dei cinque tavoli di lavoro, che si andranno a costituire nell’Euroscience Open Forum del 2020, in particolare in quello di “Science to business”, scienziati e imprenditori per delineare strategie di ricerca e sviluppo future per il territorio che riguardano le tecnologie marittime, la smart health, l’agroalimentare, con particolare riferimento alla filiera del caffè, la metalmeccanica e il sistema casa e cultura, creatività e turismo».
Tra gli obiettivi posti dal comitato, rappresentato anche da Stefano Russo, direttore Sissa, Stephen Taylor, direttore Servizio innovazione e sistemi complessi di Area, e Massimo Gardina per l’Area portuale, si inseriscono progetti nel campo della didattica. Si punta a coinvolgere le aziende nelle attività formative, facilitando le docenze extra accademiche e le attività di stage e tirocini formativi per gli studenti. Le volontà sono poi di spingere la ricerca e lo sviluppo, per cui la Regione ha già messo 230milioni di euro per avvicinare i due mondi. A ciò si aggiunge l’implementazione di trasferimento tecnologico e promozione di nuove start-up e innovazioni tecnologiche.
La fame di dialogo tra impresa e scienza è stata sollecitata anche dal quesito di Renato Gennaro, prorettore vicario dell’ateneo: «Il capitale umano impiegato nella ricerca in questo territorio è enorme, ma ha esplicato con tutta la sua forza un ritorno e un beneficio al territorio in cui si trova?». Trieste, se diventasse Capitale della Scienza, potrà colmare appieno queste lacune. Lo dimostra la stesura di quasi 300 pagine del dossier che deve essere presentato al comitato europeo per ottenere il tanto agognato titolo. Lo specifico progetto di inserimento dell’evento in Porto vecchio, la cui redazione è attualmente in fase di rifinitura, verrà presentato pubblicamente a breve dal project manager Pierpaolo Ferrante e da Stefano Fantoni per la Fit, che illustreranno il possibile Euroscience Open Forum del 2020 tra i Magazzini 26, 27 e 28, la Centrale idrodinamica e la Sottostazione elettrica, location anche del Science center.
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