Trieste, due anni all’avvocato tutore di un’anziana

La professionista condannata per peculato a causa di una serie di irregolarità nella gestione dei soldi
Un avvocato durante un’udienza
Un avvocato durante un’udienza

TRIESTE Due anni per una brutta e imbarazzante storia, di peculato e false rendicontazioni. A questa pena - sospesa - è stata condannata l’avvocato Aura Fonda, 59 anni, titolare di un importante studio legale in città, incaricata di pubblico servizio in quanto tutore di anziani nominata dal giudice civile.

A pronunciare la sentenza ieri pomeriggio nel palazzo di giustizia deserto al termine del processo celebrato con rito abbreviato, è stato il giudice Luigi Dainotti. Che, nello stesso provvedimento, ha assolto l’avvocato Fonda perché il fatto non sussiste da altri due capi di imputazione: quelli effettivamente più pesanti contestati dal pm Lucia Baldovin la quale nel corso dell’istruttoria aveva chiesto e ottenuto dal gip Laura Barresi il sequestro per equivalente di 30mila euro dal conto corrente dell’avvocato.

Al termine della sua requisitoria il pm ha chiesto una condanna a 3 anni di reclusione per l’avvocato Fonda. Considerando il fatto che il processo è stato celebrato con un rito alternativo che prevede lo sconto di un terzo di pena, equivalgono a 4 anni con il rito ordinario. Il gup Dainotti ha anche rinviato a giudizio per l’accusa di concorso in peculato l’altra imputata Mirella Germani, 73 anni, assistente dell’avvocato Aura Fonda. Comparirà in aula il prossimo 13 settembre. È difesa dagli avvocati Armando Di Cesare e Fabio Zuliani.

«Abbiamo avuto una parziale soddisfazione. Ci manca un pezzo», ha dichiarato l’avvocato Riccardo Seibold che ha assistito Aura Fonda con il collega Guido Fabbretti. L’episodio oggetto della condanna ha riguardato in particolare l’appropriazione di 9.500 euro di proprietà di una anziana sotto tutela. Denaro che era amministrato dalla Fonda in ragione del proprio incarico. In pratica aveva compensato l’assistente Mirella Germani per un’attività lavorativa corrispondendole una paga per una media di 50 ore mensili mentre la dipendente in realtà aveva lavorato solo per appena 15 ore.

In particolare era emerso dalle indagini della Guardia di finanza che all’assistente era stata corrisposta una paga annuale nel 2013 per 632 ore complessive mentre era risultato aver lavorato per 152 ore. Nell’anno 2014 le era stata erogata una paga per 544 ore mentre - così risultava - aveva lavorato per 162 ore. Infine, nei primi tre mesi del 2015 era stata pagata per 150 ore mentre risultava aver lavorato 66 ore.

L’indagine si è avviata - in silenzio e riservatezza - il 23 dicembre 2015, quando l’allora giudice tutelare Roberta Bardelle aveva segnalato alla Procura alcuni strani elementi emersi nel procedimento relativo a un anziano, della cui tutela appunto era titolare l’avvocato Fonda. Questi elementi, così è emerso in sentenza, si sono sciolti come neve al sole. Ma tuttavia sono state rilevate altre irregolarità. Da qui la condanna a 2 anni. Riguardo la quale i difensori hanno annunciato il ricorso in appello. Presenti in aula anche gli avvocati delle persone offese, Chiara Valle e Donatella Varglien.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo