Trieste, è morto Guido Botteri

TRIESTE E' morto all'improvviso, nella sua casa, Guido Botteri. Botteri, 88 anni, è stato per un decennio direttore della rivista "Trieste" nonché direttore della sede Rai Friuli Venezia Giulia. Tra i fondatori del Teatro Stabile di prosa di Trieste (ne fu il direttore artistico), scrittore e uomo di cultura, ha pubblicato numerosi volumi di ricerche storico-culturali e di studi storico-politici.
La figlia Giovanna è corrispondente della Rai da New York.
«Alla città di Trieste, all'intera regione Friuli Venezia Giulia mancherà una figura di grande spessore culturale. Io personalmente ho perduto un amico al quale sono stato legato per lunghissimi anni». Con queste parole l'assessore Gianni Torrenti, anche a nome dell'Amministrazione regionale, esprime «il più profondo cordoglio» per la morte di Botteri.
«La scomparsa di Guido mi lascia senza parole e con il dolore nel cuore, anche perché ci siamo incontrati solo pochi giorni fa e nulla lasciava immaginare quanto è successo», ha detto Torrenti, sottolineando la sua vicinanza alla famiglia e in particolare alla figlia Giovanna.
«Guido è stato attivissimo fino all'ultimo, nonostante l'età avanzata e al di là di incarichi che ormai non aveva più. È stato un attento osservatore e un acuto protagonista della vita culturale e politica cittadina e regionale, sempre con una dimensione internazionale», ha aggiunto Torrenti, ricordando tra l'altro come Guido Botteri abbia pubblicato numerosi volumi di ricerche storico culturali e di studi storico-politici.
«Sono profondamente addolorato per la perdita di Guido Botteri, un uomo che lascia un vuoto incolmabile nella vicenda culturale della nostra città». lo ha detto il sindaco Roberto Cosolini, rimarcando che «tutta la sua vita è stata dedicata alle due grandi passioni che aveva nella mente e nel cuore: la cultura, in tutti i suoi aspetti, e Trieste, la nostra città che Guido ha sempre cercato di servire e di far crescere in tutti i modi, con il giornalismo e con l'impegno politico».
Cosolini ha ricordato «il suo amore per il teatro che lo vide tra i fondatori del Teatro Stabile di prosa di Trieste e il suo incessante fervore intellettuale che lo spingeva a fondare riviste di punta e di forte intervento nello scenario cittadino, come la rivista "Trieste", a pubblicare e promuovere fondamentali ricerche storiche e politiche riguardanti il nostro territorio, a ricoprire gli importanti incarichi di caporedattore e poi direttore della sede Rai di Trieste negli anni fra i più impegnativi e complessi della crescita civile e politica della città».
Il Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia «piange la scomparsa di Guido Botteri, uno dei fondatori, a lungo ai vertici dell'ente di cui è stato presidente e sempre generoso e appassionato amico». È quanto si legge in una nota diffusa dal Rossetti che ricorda come Botteri sia stato nel 1954 «fra i fondatori e della cui storia è
stato parte fino all'ultimo giorno, per oltre sessant'anni, da autorevole presidente, a lungo membro del consiglio
d'amministrazione ma soprattutto anima - assieme a Sergio D'Osmo - di una stagione fondamentale per il teatro e per la città, in cui lo Stabile ha saputo crescere, imporsi quale punto di riferimento culturale e artistico nel Friuli Venezia Giulia e in ambito nazionale». Per questo, si legge nella nota, i vertici del teatro «ricorderanno Botteri con immensa gratitudine».
«Guido Botteri non è stato solo un grande giornalista, ma un intellettuale profondamente legato alla storia della sua terra». Così il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato, ha ricordato la figura di Botteri. «Con la sua scomparsa - ha continuato Rosato - perdiamo una personalità piena di grande umanità, di enorme cultura e di grande senso dell'umorismo. Alla famiglia e alla figlia Giovanna le mie più sentite condoglianze».
«Sono profondamente addolorato per la perdita di Guido Botteri, un uomo che lascia un vuoto incolmabile nella vicenda culturale della nostra città». lo ha detto il sindaco di Trieste, Roberto Cosolini, rimarcando che «tutta la sua vita è stata dedicata alle due grandi passioni che aveva nella mente e nel cuore: la cultura, in tutti i suoi aspetti, e Trieste, la nostra città che Guido ha sempre cercato di servire e di far crescere in tutti i modi, con il giornalismo e con l'impegno politico».
Cosolini ha ricordato «il suo amore per il teatro che lo vide tra i fondatori del Teatro Stabile di prosa di Trieste e il suo incessante fervore intellettuale che lo spingeva a fondare riviste di punta e di forte intervento nello scenario cittadino, come la rivista 'Triestè, a pubblicare e promuovere fondamentali ricerche storiche e politiche riguardanti il nostro territorio, a ricoprire gli importanti incarichi di caporedattore e poi direttore della sede Rai di Trieste negli anni fra i più impegnativi e complessi della crescita civile e politica della città».
Riproduzione riservata © Il Piccolo