Trieste-Erpelle, alla scoperta dei vecchi binari

Quanti sono i triestini che transitando sulla pista ciclopedonale Giordano Cottur si sono chiesti quali siano le sue origini? Ora sarà possibile saperlo scoprendo la storia di questa ex linea ferroviaria, riqualificata e riutilizzata per un nuovo fine. Domenica 8 marzo si svolgerà infatti anche a Trieste per la prima volta la Giornata nazionale delle ferrovie dimenticate che riguarderà l'ex Trieste - Erpelle, meglio nota come la ferrovia della Val Rosandra. Un'escursione sul vecchio tracciato con spiegazione dal vivo, ma soprattutto con un nuovo libro alla mano. Con queste premesse è stata presentata l'iniziativa, promossa dall'agenzia viaggi Mittelnet in collaborazione con FerStoria. «Si tratta dell'ottava Giornata nazionale - spiegano da Mittelnet Viaggi - anche se a Trieste l'iniziativa si svolge per la prima volta, con lo scopo di sensibilizzare l'opinione pubblica sull'utilizzo di questi tracciati per scopi turistici».
Ma nel contesto triestino la proposta assume un duplice ruolo per l'opportunità di presentare il nuovo libro realizzato da Roberto Carmeli e Roberto Carollo, intitolato "Il treno della Val Rosandra". «Si tratta di un nuovo testo - racconta Roberto Carollo - realizzato assieme all'amico e socio del Museo ferroviario Roberto Carmeli, purtroppo scomparso a fine dicembre, per raccontare in modo esaustivo la storia di questa linea. L'idea di questo nuovo volume nasce dal fatto che Carmeli aveva già dato alle stampe un primo libro sull'argomento quasi vent'anni fa, che oggi risulta introvabile».
Con l'inaugurazione della nuova pista ciclopedonale Cottur è rinata la curiosità per questa ferrovia dismessa, dopo decenni di abbandono e incuria. «Costruita nel 1887 - continua Carollo - quale alternativa all'unica linea privata presente sul territorio per spezzarne il monopolio, perse dopo soli 19 anni la sua funzione primaria a causa della realizzazione di una nuova arteria più moderna e fu quindi destinata al solo servizio locale verso l'Istria e Pola. Dopo il 1918, con l'arrivo dell'Italia e con la gestione delle Ferrovie dello Stato, questo suo ruolo venne riconfermato. A seguito del ridisegno dei confini - conclude l'autore - dopo la Seconda guerra mondiale, e spezzata da un confine tra entità nazionali allora ostili, divenne in poco tempo un "ramo secco" e fu soppressa il 31 dicembre 1958, dopo soli 71 anni». Smantellata nel 1966 e abbandonata per oltre 35 anni, è stata trasformata in pista ciclo pedonale appena nel 2010. Si può aderire all'iniziativa contattando Mittelnet allo 040.9896112 oppure il 393.4552120 entro sabato 7 marzo.
Andrea Di Matteo
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