Trieste, il cambio di sesso riesce male, 12 indagati

TRIESTE Danni permanenti conseguenti a una serie di complicanze successive a un intervento di cambio di sesso. Con questa ipotesi di reato il pm Cristina Bacer ha iscritto nel registro degli indagati dodici chirurghi della Clinica urologica dell’ospedale di Cattinara, tra cui i direttori Emanuele Belgrano e Carlo Trombetta.
Ad accusare i chirurghi e alcuni medici di un reparto di eccellenza della sanità triestina è una paziente di 40 anni che nel 2002, quand’era un uomo, aveva effettuato appunto un intervento di cambio di sesso con la trasformazione chirurgica dei genitali e la conseguente costruzione di una vagina artificiale.
Tutto è andato bene fino a qualche anno fa quando all’improvviso - questo ha rilevato l’ex paziente nell’esposto presentato in Procura - si sono manifestate alcune complicazioni, una serie di aderenze sempre più gravi che di fatto le hanno impedito di avere una normale vita sessuale. Non solo: in breve si sono anche create alcune importanti lesioni tra l’apparato urogenitale e l’intestino che l’hanno costretta a utilizzare particolari ausili per le più normali funzioni fisiologiche. Insomma la sua è in breve diventata una vita infernale, un calvario segnato da un’infinità di problemi fisici. Quasi una beffa avvenuta dopo il difficile travaglio anche e soprattutto psicologico che all’epoca aveva subito per la decisione del cambio di sesso.
Affidandosi a una serie di valutazioni cliniche la protagonista di questa vicenda ha presentato dunque un esposto alla Procura ritenendo che i suoi problemi siano attribuibili a errori e colpe mediche negli interventi effettuati nella sala operatoria della Clinica urologica, interventi avvenuti per eliminare le complicanze, e che invece, sempre secondo l’esposto, in realtà hanno peggiorato la già precaria situazione.
Per questo motivo il pm Bacer ha chiesto al gip nella forma dell’incidente probatorio la nomina di un consulente tecnico. Si tratta di una consulenza - come atto non ripetibile e utilizzabile in dibattimento - affidata a un esperto in chirurgia urologica che dovrà valutare se i danni subiti dalla paziente siano in qualche modo riconducibili a una responsabilità dei medici e dei chirurghi triestini. I risultati della perizia diventeranno parte integrante dell’eventuale processo.
«Ogni intervento chirurgico - ha dichiarato in proposito il professor Emanuele Belgrano - può essere gravato da complicanze. Anche per questo motivo esiste la formula del consenso informato. E cioé il paziente viene messo a conoscenza di tutte le eventualità conseguenti all’intervento. Ci si augura che le complicanze non si verifichino. Ma non si può parlare di cattiva prestazione».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo