Trieste, il ladro delle mance è sparito nel nulla

Si sono perse le tracce del ladro che lo scorso 10 agosto assieme a una complice aveva messo a segno un furto da circa 500 euro al Caffè degli Specchi. Il titolare dello storico locale che si affaccia su piazza Unità aveva anche diffuso le immagini registrate dal sistema di videosorveglianza e che immortalavano il malvivente intento a sottrarre con destrezza un vaso in vetro contenente le mance del personale. Quel filmato di pochi secondi aveva fatto il giro dei social media. Migliaia di persone l’avevano guardato e alcuni utenti di Facebook sostenevano anche di aver riconosciuto quell’uomo di circa 45-48 anni, robusto, con baffi e capelli scuri raccolti in un codino, con al guinzaglio un cagnolino, e di aver inoltrato la segnalazione alla Questura. Eppure quel personaggio responsabile del reato sembra essere sparito nel nulla.
Dalla Questura fanno sapere che ad oggi non ci sono novità. Ma non è escluso che gli investigatori stiano lavorando con riservatezza al caso e siano sulle tracce di un sospettato. Sta di fatto che, al momento, anche il titolare del Caffè degli Specchi - che aveva immediatamente denunciato il furto, fornendo agli inquirenti le immagini riprese dalla videocamera sistemata proprio sopra la cassa, a distanza di pochi metri dal punto esatto dove è avvenuto il colpo - non ha notizie di un eventuale fermo. «Non ho novità, penso mi avrebbero informato se lo avessero pizzicato ma confido nell’ottimo lavoro della Polizia», afferma Riccardo Faggiotto che con il padre conduce lo storico locale.
Il modo di parlare e la dimestichezza con la quale il ladro e la sua complice si erano destreggiati all’interno del locale, avevano fatto pensare ai titolari del caffè che si trattasse di persone di Trieste. I dipendenti che li avevano serviti al banco, preparando loro due espressi, ricordavano parlassero in italiano. Non vi erano dubbi che i due conoscessero il locale che domina piazza Unità. Erano entrati in coppia, avevano ordinato al banco e poi mentre la donna era rimasta a fare da palo nella parte centrale del locale, l’uomo trascinando al guinzaglio il cagnolino, con circospezione, attento a non farsi vedere dal personale, si era avvicinato alla cassa, prendendo il vaso in vetro con le mance, e infilandoselo nei pantaloni.
Pochi secondi, il colpo era stato così messo a segno e i due si erano allontanati senza nemmeno pagare il caffè. Scaltri ma poco attenti. Non avevano fatto caso al sistema di videosorveglianza installato in tutto il locale, malgrado la presenza delle videocamere sia ben segnata anche da appositi cartelli. Quell’indifferenza potrebbe far pensare anche a turisti o a persone comunque di passaggio a Trieste, senza precedenti e difficilmente rintracciabili una volta lasciata la città. Entrati il giorno prima nel caffè, potevano essersi accorti dei soldi infilati in quel vasetto e lasciati abitualmente accanto alla cassa e aver pianificato il furto. Un furto non particolarmente rilevante dal punto di vista economico ma che aveva indignato tutti perché a essere prese di mira erano state le mance ai dipendenti che trovano soddisfazione nel vedere il loro lavoro premiato anche dalla generosità dei clienti.
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