Trieste, il Porto guarda alla Russia: un centro logistico sul Mar Nero
Presentato dal sottosegretario al Commercio estero Budin un progetto dell’Ice con tecnologia italiana
TRIESTE In attesa dei cinesi, il porto di Trieste tenta di agganciare anche il mercato russo. Non solo il Far East, con la Cina in particolare seguita dall’India, ma anche il bacino del mar Nero è in fase di forte espansione commerciale e la Russia, anche per alleggerire il traffico su gomma, è intenzionata a sviluppare le vie marittime. Al convegno internazionale della logistica che si è svolto nei giorni scorsi nella città di Soci, il Governo italiano è stato rappresentato dal sottosegretario al commercio con l’estero che è il triestino Milos Budin il quale ha illustrato un progetto italiano, redatto dall’Ice (Istituto commercio estero), per realizzare sul Mar Nero con know how e avanzate applicazioni tecnologiche italiani e finanziamenti russi un centro logistico finalizzato alla distribuzione per l’interscambio commerciale con l’Italia. «Ho avuto anche un colloquio personale - spiega Budin - con il ministro russo dei Trasporti, Igor Levitin, il quale si è detto non solo particolarmente interessato alla realizzazione del centro logistico che dovrebbe avere caratteristiche simili al grande interporto che si trova a Verona, ma anche a intensificare i traffici in particolare con l’Adriatico, per cui si fa strada l’ipotesi di aprire un servizio con linea diretta tra il Mar Nero e Trieste». Sono già state fissate alcune tappe della collaborazione avviata e nei prossimi mesi una delegazione composta in particolare dai responsabili dei principali porti russi che si affacciano sul mar Nero visiterà gli scali italiani dell’Adriatico settentrionale: Trieste, Venezia e Ravenna.
La Russia esporta quantitativi immani di energia e ha molta disponibilità finanziaria che ora intende sfruttare per diversificare la sua economia e puntare anche sui settori della logistica e dei trasporti che tradizionalmente erano piuttosto trascurati. Una serie di infrastrutture, in particolare viarie, sono in via di realizzazione, ma gli stessi fiumi che sfociano nel Mar Nero possono costituire valide vie fluviali per la distribuzione delle merci in una parte dello sterminato Paese.
Sono molte del resto le nazioni che si affacciano sul Mar Nero e il boom ne coinvolge alcune altre. A cominciare dalla Romania con Costanza, da dove partirà il nuovo oleodotto che raggiungerà Trieste, e il cui porto è passato dai 106 mila teu del 2000 al milione dell’anno scorso. Camion russi e ucraini affollano anche il Terminal intermodale di Fernetti e già qui si ha la chiara percezione delle merci italiane appetite in quei Paesi: mobili, materiali da costruzione a incominciare dalle piastrelle, macchinari, articoli di abbigliamento. Ma il porto di Trieste potrà fungere da tramite anche tra i mercati russo da una parte e dell’altra non solo quelli del centro Europa, suo naturale retroterra, ma ancor più quelli dell’Europa occidentale funzione finora poco sviluppata.
«Nell’ambito delle nazioni dell’Unione europea - riferisce il sottosegretario Budin - l’Italia è ormai il secondo partner commerciale della Russia dietro soltanto alla Germania e nel 2006 l’interscambio ha toccato la quota di 21 miliardi di euro. Nei primi mesi di quest’anno l’incremento è stato ancora più rilevante. Ma molte sono anche le merci prodotte in Russia con investimenti stranieri, anche italiani. Di conseguenza - continua Budin - nuovi collegamenti per via marittima si impongono alla Russia come una vera e propria necessità».
Il sottosegretario riferisce di aver ricordato ai russi di come una loro grossa azienda, la Severstal, abbia già investito a Trieste, con la Ferriera di Servola, e riferisce stupito quanto gli ha detto un viceministro russo: «Sappiamo bene dell’esistenza del porto di Trieste perché viene ricordato addirittura nei nostri testi scolastici per i suoi profondi fondali di 18 metri». E mentre il presidente dell’Autorità portuale di Trieste, Claudio Boniciolli, si accinge a incontrare a Bruxelles una delegazione di operatori e rappresentanti governativi cinesi che sembrebbero intenzionati a investire a propria volta a Trieste, l’attenzione europea sta per spostarsi a Monaco di Baviera dove martedì si apre il Transport logistic, la principale fiera della logistica a livello continentale dove il Friuli Venezia Giulia presenterà la propria offerta in una serie di workshop.
«Le prospettive del porto di Trieste - conclude Budin - sembrano più che buone. Non solo i mercati cinese e indiano, come viene sempre più spesso ricordato, ma anche appunto quello russo e addirittura quello brasiliano stanno per offrire nuove opportunità. Alla fine del prossimo anno sarà completata anche la grande viabilità per cui la città risulterà collegata alla rete autostradale europea e inoltre il progredire dei progetti per l’Alta velocità ferroviaria costituiranno anch’essi, seppure in prospettiva, un ruolo attrattivo per nuovi traffici».
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