Trieste, la frase choc del consigliere leghista Calligaris: «Io, ai migranti, sparerei...»

TRIESTE «Io sono uno di quelli che gli sparerebbe a quella gente lì. Tranquillamente. Tranquillamente». Quella gente lì sono i migranti della rotta balcanica. E a pronunciare una frase tanto inquietante è il consigliere regionale insontino della Lega Antonio Calligaris, nel tentativo di placare le ire dei militanti di CasaPound, venuti a occupare per dieci minuti il Consiglio regionale in segno di protesta contro la linea del centrodestra, giudicata troppo morbida verso l’immigrazione clandestina. Calligaris si scusa poco dopo, ma la pietra scagliata è pesante, sebbene dai vertici della Lega Fvg arrivino rimbrotti ma nessun provvedimento disciplinare.
Quando diventa chiaro che l’azione di CasaPound è indirizzata soprattutto nei confronti della giunta regionale, Calligaris tenta di far desistere i neofascisti. Il consigliere alterna bastone e carota. Al «fate qualcosa» dei camerati, Calligaris accusa il manipolo di «fare una pagliacciata, senza una regola: siete come quelli della Cavarzerani. Potevate chiedere un incontro, lo facevamo, vi spiegavamo che nessuno qui può bloccare la rotta balcanica perché non abbiamo la competenza. Questo dovrebbero insegnarvelo a scuola». Poi però il problema diventa quello di non farsi scavalcare a destra e partono l’iperbole e la captatio benevolentiae ai ragazzi della tartaruga frecciata: «Io sono uno di quelli che gli sparerebbe a quella gente lì. Tranquillamente. Tranquillamente».
I primi a rimanere stupiti sono i militanti di Casapound. «Non chiediamo questo», risponde il primo e subito un altro gli fa eco: «Non serve sparare alla gente, bisogna controllare i confini».
Quando il manipolo lascia (indisturbato) il palazzo, Calligaris si scusa in Commissione: «Non si può accettare un’intrusione in quest’aula: un atto che viola la sacralità della democrazia. Per quello sono andato là: c’era un consigliere della Lega a gridare contro chi ha violato quest’aula. Ho usato parole che non andavano usate: chiedo scusa al mio gruppo, al presidente e all’assessore. Si può andare oltre in un momento di attacco alla democrazia».
Per la Lega basta così. Secondo il presidente della Regione e segretario regionale del Carroccio Massimiliano Fedriga si tratta di «un discorso concitato di cui Calligaris si è scusato poco dopo. Il problema è l’ingresso di immigrati regolari, di cui alcuni positivi al coronavirus: se qualcuno vuol distogliere l’attenzione da questo, è perché non è in grado o non vuole affrontare il nodo». Lo stesso Fedriga nel 2012 aveva ottenuto l’allontanamento dal partito di Luca Dordolo, all’epoca capogruppo in Consiglio comunale a Udine, reo di aver scritto su Facebook che l’omicidio di una donna indiana gettata nel Po aveva inquinato «il nostro sacro fiume». Ma per il governatore, «una cosa è scrivere un post, un’altra parlare in un momento concitato». La maggioranza si allinea. Per l’assessore Pierpaolo Roberti, «Calligaris ha detto una cosa inaccettabile: non ci sono giustificazioni, ma se n’è reso conto e si è scusato. Spero non accada più». Il presidente del Consiglio Piero Mauro Zanin critica le «parole gravissime, ma il consigliere si è scusato: un’eventuale censura compete al presidente della Commissione Sibau». Forza Italia suggerisce «moderazione dei toni, necessaria per ritrovare quello spirito di unità».
Ma l’opposizione insorge. La deputata Pd Debora Serracchiani chiede le dimissioni di Calligaris e lo stesso fa il consigliere Diego Moretti, secondo cui «Calligaris non può continuare a ricoprire il ruolo di consigliere dopo le sue indegne e becere affermazioni». Il vicepresidente del Consiglio Francesco Russo depositerà intanto formale richiesta di sospensione: «Imbarazzante che chi governa la Regione non abbia preso immediatamente le distanze». Per Furio Honsell (Open), «Calligaris non si è curato del suo ruolo istituzionale o del peso delle sue parole, ancor più gravi perché pronunciate nella più alta sede della democrazia della nostra regione». Duro anche il M5s, con la deputata Sabrina De Carlo, che parla di «dichiarazioni disumane e inqualificabili, che alimentano odio razziale, inneggiano alla violenza e ledono i diritti umani. Ci aspettiamo dimissioni immediate». Per la pentastellata Ilaria Dal Zovo, «stiamo scavando il fondo: parole gravissime dopo le quali Fedriga dovrebbe prendere provvedimenti». Il Patto per l’autonomia commenta con Massimo Moretuzzo che «non è possibile che chi rappresenta le istituzioni scada a questo livello». Il segretario della Cgil Fvg Villiam Pezzetta chiede infine «immediate sanzioni da parte del Consiglio e dal partito di appartenenza». —.
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