Trieste, l’ex assessore Omero pronto a sfidare Cosolini

Nel cantiere della sinistra si fanno anche i nomi di Furlanic e dell’ex M5S Prodani
L’ex assessore Fabio Omero con il sindaco Roberto Cosolini in una foto d’archivio
L’ex assessore Fabio Omero con il sindaco Roberto Cosolini in una foto d’archivio

TRIESTE «Stiamo lavorando al programma. I nomi vengono dopo». A sinistra del Pd c’è vita. Il cantiere politico per costruire un’alternativa al centrosinistra che si presenta oggi al Caffè San Marco. Ci sono da mettere a fuoco alcune questioni calde come la Ferriera, il riuso di Porto Vecchio, Hera, il sistema di accoglienza, la sanità con il Burlo.

«Abbiamo creato diversi gruppi di lavoro» spiega Bruna Zorzini, segretaria del Pdci che, con Rifondazione, a Trieste compone la Federazione della sinistra. Al cantiere della sinistra stanno lavorando Prc, Pdci, un pezzo di Sel, Possibile (il neonato partito dell’ex Pd Pippo Civati) il Partito socialista di Gianfranco Orel, Un’Altra Europa (Lista Tsipras) e, a sorpresa, anche un gruppo di ex grillini che fanno capo al deputato Aris Prodani.

Il gruppo di Sel, capitanato dal capogruppo comunale Marino Sossi e dall’ex segretario della Cgil Waldy Catalano, presenterà mercoledì un «documento politico adottato all’unanimità dai partecipanti alla riunione del 3 febbraio volto alla costruzione di una lista unitaria di sinistra alternativa alla coalizione di centro a guida Pd alle prossime elezioni amministrative che si terranno a giugno a Trieste».

I nomi dei possibili candidati sindaci (quelli che vengono dopo il programma) non ci sono ancora. Ma alcuni circolano. Si fa il nome, per esempio, di Fabio Omero, ex capogruppo del Pd negli anni della giunta di centrodestra di Dipiazza ed ex assessore allo Sviluppo economico “rimosso” senza troppi complimenti dal sindaco in carica, l’«amico» Roberto Cosolini.

Non è mai stato comunista anche se è stato segretario dei Ds. Ha un passato da radicale e ora sostiene il progetto politico di Civati. «La supponenza con cui il Pd commenta la candidatura di Dipiazza dimostra che il 2001 e il 2006 non sono serviti a nulla» scriveva su Facebook a fine gennaio. E alla provocazione del consigliere regionale del Pd Stefano Ukmar («Fabio, ma per le comunali ti candidi con Furlanic, cioè con Spetic?» Omero rispondeva: «Con i democristiani ho già dato. Con i comunisti? Chissà...».

Più di un’ammissione. Sindaco Possibile, insomma. In alternativa c’è la candidatura di un vero comunista, Iztok Furlanic, attuale presidente del Consiglio comunale, di cui si è perso il conto delle dissociazioni dalla maggioranza nell’ultima consiliatura (condivise dal capogruppo Marino Andolina), dissociazioni inferiori solo a quelle di Sossi (Sel). Il problema è che Furlanic rischia di essere una candidatura di bandiera.

Il terzo nome è di Aris Prodani, il deputato fuoriuscito dal Movimento 5 Stelle. Non ha un pedigree di sinistra. Quando il gruppo di Alternativa libera ha inglobato Civati lui si è spostato nel Misto. Il suo nome era stato speso già da alcuni gruppi indipendentisti e aveva anche dato vita al progetto Futuro Trieste.

A suo carico ci sono le importanti battaglie fatte a Montecitorio su Ferriera, Miramare, Porto Vecchio. Inoltre potrebbe indossare il progetto di Trieste Metropolitana del senatore dem Francesco Russo molto meglio di Cosolini. Al suo fianco ci sono molti di quelli che, attraverso il Comitato 5 dicembre, hanno dato vita alla manifestazione della Ferriera del 31 gennaio.

Ma come scegliere? «Stiamo discutendo. Non si esclude una consultazione popolare per scegliere il candidato» aggiunge Francesco Foti, responsabile di Possibile Trieste. «In fondo saremmo gli unici a farla a Trieste». Le prime primarie di sinistra.

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