Trieste, l’ultimo saluto a Tanja tra lacrime e silenzi

TRIESTE Le lacrime, gli abbracci, il silenzio. Un dolore composto, quello dei familiari e delle decine di amici che ieri mattina nella cappella del cimitero di Sant'Anna hanno dato l'ultimo saluto a Tanja Testi, la ventiseienne che tre settimane fa è stata travolta da una Bmw mentre percorreva la galleria di Montebello in sella al suo scooter.
Una tragedia che ha scosso l'intera città, che a lungo si è interrogata sull'assurdità di quanto accaduto, ma anche della pericolosità di quel tratto di strada, teatro di numerosi incidenti negli ultimi anni.
«Io davvero non saprei cosa dire...perché queste cose non dovrebbero mai, mai e mai accadere», ha scandito don Davide Chersicla, il sacerdote che ha celebrato il funerale della giovane. La cerimonia si è aperta con il Padre Nostro, cantato.
Tanti i giovani presenti per far sentire la loro vicinanza alla mamma Tiziana, al papà Sergio, alla sorella Lena, al fratello Luis, al fidanzato Devid e a tutti i parenti seduti ai primi banchi della chiesa davanti alla foto di Tanja. Tra cui Edy, che gestisce assieme alla madre della ragazza deceduta la trattoria “Antico Spazzacamino”. «Il nostro locale terrà vivo il ricordo», ha detto a fine cerimonia.
Don Davide, con delicatezza, è riuscito subito a trovare parole di coraggio e consolazione. «Forse non siamo qui solo per piangere Tanja - ha osservato - siamo qui anche per la gioia di averla conosciuta. La nostra presenza oggi lo testimonia. Siamo qui nell'affetto, nella nostalgia, in semplicità. Come era semplice lei».
Il sacerdote ha letto un brano del Vangelo di Giovanni, soffermandosi su un passaggio, «non sia turbato il vostro cuore». «Noi - ha provato a suggerire - ora chiediamo al Signore di risollevarci dal nostro dolore».
Don Davide, proseguendo la propria riflessione e preghiera, ha raccontato anche un piccolo aneddoto personale. «Qualche giorno dopo quell’assurda tragedia stavo passando in autobus in galleria - ha ricordato - vicino a me c'era una ragazza che, appena raggiunto il punto in cui si trovano i fiori e la scritta in memoria di Tanja, ha allungato il collo per vedere.
Non so se quela giovane conosceva Tanja, ma il suo volto si è rigato di lacrime. È stata una scena che mi ha commosso e fatto pensare, perché quella tragedia ha colpito tutti, tutta l'opinione pubblica. Perché sono cose che non dovrebbero mai, mai e mai accadere - ha ripetuto - eppure è successo.
Questo mi fa rendere conto quanto la morte faccia parte della vita, ma ognuno di noi dentro di sé ha un anelito di infinito. E Tanja era una persona creativa, le piaceva anche la musica, da poco aveva iniziato con la chitarra», ha ricordato don Davide.
«E la musica è un’arte che fa parte della nostra eternità. Tanja creava ponti, amicizie vere. Non aveva Facebook, perché cercava il contatto, la relazione». Poi, rivolgendosi ai presenti, soprattutto ai giovani, ha aggiunto: «Tocca a voi mantenere le relazioni che lei che ha saputo tessere, visto che Tanja continuerà a vivere in quelle relazioni come una miccia che si è accesa e non si ferma mai.
Aveva ventisei anni, così giovane aveva già lasciato un grande segno nel cuore di tutti voi. Quindi anche lei adesso ci dice che il nostro cuore non deve essere turbato, lei non vi vuole tristi.
Guariamola nella sua luce ora - ha esortato il sacerdote - è la luce del Padre misericordioso: la vita non finisce qui, il Signore ci prepara un posto per averci nel suo cuore.
Usciamo allora dalla chiesa non con la tristezza di aver perso una figlia e un'amica - ha ripetuto ancora don Davide - ma con la certezza e la gioia di averla conosciuta in una vita fatta di pienezza».
Nessuno, a cerimonia conclusa, ha preso la parola al microfono. Tutti hanno preferito custodire dentro, nella propria intimità, il dolore. «Il silenzio di questo momento - ha chiosato il prete - dice più di tante parole». Un ultimo applauso, anche questo composto, ha accompagnato l’uscita del feretro dalla cappella.
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