Trieste, massacrato dallo spasimante della moglie

«Stai lontano da lei». Ma il battibecco costa caro a un 66enne. Le botte riprese da una telecamera fuori da un bar di Servola

Violenta rissa davanti a un bar a Servola

TRIESTE La lite - violenta, estrema - era scoppiata dopo una discussione motivata dal fatto che la moglie di uno era stata più volte importunata dall’altro. Il quale, in tutta risposta, secondo la denuncia di colui che aveva avuto la peggio, aveva dato corso a una vera e propria aggressione. L’episodio - da Far West - si è verificato a giugno davanti al bar De Marchi a Servola, ma solo adesso che è stata formalizzata la denuncia, con tanto di video stanno emergendo i particolari della vicenda.

La vittima si chiama Giovanni Fiorella, 66 anni. Ha subito lesioni serie. Lo si capisce chiaramente dalle immagini delle telecamere esterne al locale pubblico. Che rappresentano, per l’appunto, la violenza di quanto accaduto quella notte, complice anche l’alcol che, evidentemente, scorreva a fiumi. Si vede l’altro, l’aggressore, poi identificato in Fulvio Lenaz, che sferra un diretto a Giovanni Fiorella e poi lo colpisce al volto pure con un bicchiere. La vittima stramazza sull’asfalto priva di sensi e con il volto insanguinato. Mentre l’aggressore continua a picchiarlo, senza pietà.

A soccorrere Fiorella in un primo momento sono stati gli altri clienti del bar di Servola. Poi il ferito è stato accompagnato al Pronto soccorso di Cattinara: prognosi di 12 giorni, ma sono necessarie altre cure che si protrarranno per lungo tempo. Intanto quella notte sono arrivati i carabinieri. E ora - dopo la querela sporta tramite l’avvocato Roberto Corbo - entra direttamente in campo la Procura. Accusa: lesioni. Ma si potrebbe anche arrivare all’ipotesi di tentato omicidio.

Questo perché un testimone, poi rintracciato dall’avvocato Corbo, ha dichiarato che quelle ferite potevano essere «potenzialmente mortali». Questa è la vicenda raccontata dalla denuncia di Giovanni Fiorella depositata alla Procura retta da Carlo Mastelloni. «Tra i svariati avventori di quella sera ho visto e riconosciuto tale Fulvio Lenaz, lo conosco da tempo perché ogni tanto in passato è venuto a casa mia. Quella sera ho iniziato con lui una discussione perché sapevo che importunava da tempo mia moglie. Così gli ho detto di smetterla. Lui mi ha mandato a quel paese con frasi ingiuriose alle quali ho replicato. Fino a quel momento ho ritenuto che quanto accaduto altro non fosse che una sorta di chiacchiera da bar che sarebbe dovuta finire lì».

Ma all’improvviso la situazione è precipitata: «Gli ho fatto un cenno con la mano di smetterla - aggiunge Fiorella nel suo esposto - e ho cerato di andarmene via. All’improvviso Lenaz mi ha afferrato e mi ha colpito due volte alla testa. Poi non ricordo più nulla». E qui entra in gioco un testimone che ha riferito appunto altri elementi all’avvocato Corbo che ha svolto le indagini per conto del suo assistito. Ricorda: «In quel momento Lenaz ha afferrato l’altro per la maglietta e lo ha girato verso di sé. Poi ha alzato il bicchiere e lo ha colpito alla testa. Tanto forte che il bicchiere è esploso. Poi - continua l’altro avventore - gli ha sferrato in sequenza un altro colpo all’orecchio sinistro».

Il cliente del bar che aveva assistito all’aggressione non si è tirato indietro e ha cercato di soccorrere il ferito. Ma prima bisognava bloccare l’altro, che era come una furia. «Fortunatamente - spiega - sono un esperto di arti marziali e così sono intervenuto per cercare di aiutare Gianni. Ho atterrato Lenaz che lo aveva trascinato a terra. Poi ho bloccato l’aggressore a terra, ma cercava nuovamente di afferrare il bicchiere. Quando me ne sono reso conto l’ho disarmato con un calcio».

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