Trieste, maxi appalto all’ospedale: allarme per 74 lavoratori

TRIESTE Elettricità, acqua calda, ascensori, centrale termica, illuminazione: buona parte della logistica ospedaliera triestina, da Cattinara al Maggiore, è collegata a un sostanzioso appalto da 9,5 milioni partito nel 2007, attualmente in regime di proroga fino alla scadenza fissata al 31 maggio 2016. Prima di quella data dovrà tenersi la nuova gara mirata all’aggiudicazione di una rilevante porzione dell’indotto ospedaliero.
Fino alla fine di maggio a gestire i servizi integrati di manutenzione e gestione del patrimonio immobiliare dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Trieste sarà un’associazione temporanea d’impresa (ati) composta dalla capogruppo Siram, da Elettromeccanica Galli Italo, da Pvb Solutions.
Impegnati in queste attività sono in tutto 74 lavoratori: quando l’appalto cesserà al 31 maggio prossimo venturo, qualora Siram e alleati non ri-vinca la gara, che ne sarà di queste maestranze? Finito l’appalto, tutti a casa? Con questi chiari di luna?
Queste premesse e queste domande sono a cura della Fiom triestina, che ha diffuso ieri mattina una nota allarmata sul futuro di questi lavoratori. Futuro anche molto prossimo, visto che martedì i sindacalisti si sono sentiti dire da Pvb Solutions, in azione al Maggiore, che sono state avviate le procedure di riduzione del personale senza possibilità di rimpiego interno al gruppo. Gruppo che ha sede a Trento.
Otto lavoratori sono così sul viatico del licenziamento immediato, evitabile solo - spiega il comunicato della Fiom - con una riduzione del 20% della paga fino al fatidico 31 maggio.
Tra l’altro su questi dipendenti - sottolinea Alexander Vecchiet, componente della segreteria Fiom - pende un’ulteriore beffa: di regola per attivare la mobilità, l’azienda versa tre mensilità, ma, poichè nel corso del 2015 Pvb Solution è stata ammessa al concordato, essa non è tenuta a tale versamento.
L’impresa trentina è stata recentemente acquisita da Energon Esco e nello scorso autunno ha presentato un contestatissimo piano che prevedeva 81 esuberi. A novembre venticinque dipendenti hanno sottoscritto un accordo su base volontaria e con un incentivo economico per un’uscita concordata.
Ma questa della Pvb Solutions, a giudizio di Vecchiet, è la tipica punta dell’iceberg di una ben più ampia zona di precariato, perchè per i lavoratori inquadrati da un contratto metalmeccanico non scatta l’automatismo del subentro, ovvero i dipendenti dell’appaltatore “uscente” non vengono presi in carico dai freschi vincitori della gara. Dei 74 dipendenti una quarantina sono in capo alla capogruppo Siram, poco più di una ventina alla Elettromeccanica Galli Italo, i restanti alla Pvb Solutions.
Una situazione di incertezza, secondo la Fiom triestina, alla quale bisogna porre rimedio: per questo il sindacato si rivolge al referente politico-istituzionale - la Regione Fvg - e a quello organizzativo territoriale - l’Azienda ospedaliera - affinchè «a fronte del nuovo contratto d’appalto «venga garantita una clausola di garanzia stringente di continutà lavorativa e salariale per tutti i lavoratori impiegati attualmente nella ati». «Una riforma sanitaria qualificante - chiaro il messaggio all’assessore regionale Maria Sandra Telesca - passa anche attraverso la professionalità dei lavoratori impiegati in tutti i settori e non nel mero risparmio».
Il caso Pvb Solutions era già stato sollevato nell’incontro di fine d’anno organizzato dalla Fiom, durante il quale il nuovo segretario provinciale dei metalmeccanici cigiellini Sasha Colautti aveva raccolto i principali “focolai” di tensione sociale, che nel 2016 avrebbero potuto interessare la sua categoria. Infatti già a metà dicembre l’azienda aveva comunicato le sue intenzioni sull’attività svolta al Maggiore.
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