«Trieste modello nazionale di integrazione»

Trieste diventa città capofila nazionale nell’ambito dell’integrazione fra ragazzini portatori di handicap e non, attuata attraverso lo sport. È positivo il bilancio tracciato ieri dall’assessore comunale all’Educazione, Antonella Grim, dei primi due mesi di attività del “Progetto educativo di attività sportiva integrata”, realizzato per la prima volta dall’amministrazione insieme all’associazione Calicanto, all’Istituto comprensivo “Iqbal Masih” e ai servizi Sis Pertini, Rismondo e Collodi del ricreatorio “Anna Frank”.
Da novembre una quarantina di ragazzi partecipano a un processo di integrazione, giocando a calcetto, pallavolo e pallacanestro al Palazzetto di Chiarbola. Tutti i lunedì, dalle 14.30 alle 16, bambini e ragazzi, dagli 8 anni in su, possono esprimersi attraverso la pratica di una delle discipline previste, assistiti da docenti di Scienze motorie e dagli operatori della Calicanto. Il progetto continuerà fino al 23 maggio, quando sarà organizzata una grande festa conclusiva.
«Il progetto è frutto di un importante lavoro di rete - ha spiegato Grim – realizzato grazie alla collaborazione di tutti i soggetti intervenuti. Si è così data la possibilità ad alunni con disabilità di esprimersi giocando, sotto l’attenta direzione di docenti che possono fornire loro le necessarie indicazioni per una corretta attività sportiva». «Si tratta di un bel progetto per i giovani - afferma la presidente dell’associazione Calicanto -. Abbiamo ricevuto molte volte in passato richieste per organizzare eventi di sport integrato. Stavolta si è finalmente realizzato un sogno che coltivavamo da anni. Questo metodo porta ad abbattere le differenze, a puntare sullo stare tutti assieme, senza barriere, perchè tutti dobbiamo accettarci per quello che siamo». Il preside dell’Istituto “Iqbal Masih”, Andrea Avon, ha evidenziato che «l'idea che lo sport possa essere terreno di integrazione è recente, ma l'abbiamo abbracciata subito e con entusiasmo, perché permette a chi ha una disabilità, di socializzare in maniera matura e organizzata. Si tratta – ha continuato - di un'esperienza che va ulteriormente raffinata e riproposta anche in futuro». Giacomo Todaro, uno degli operatori del Ricreatorio “Anna Frank”, ha parlato di un «meccanismo complesso e funzionale, che si è venuto a creare grazie alla disponibilità e all’impegno di tutti i soggetti coinvolti. Siamo soddisfatti del risultato ottenuto – ha ribadito – anche perché lo sforzo è stato ed è notevole». L’assessore comunale per le Politiche sociali, Laura Famulari, ha confermato infine che «la giunta vuole portare avanti una forte politica di integrazione a favore dei cittadini più deboli». Tutti i soggetti coinvolti si sono dichiarati disponibili a »ripetere l’esperienza anche il prossimo anno».
Ugo Salvini
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