Trieste. Muore a 67 anni per il virus A
Ricoverata dal 10 gennaio all’ospedale di Cattinara, soffriva di altre gravi patologie. Rimangono stazionarie le condizioni di un secondo paziente, un giovane di 40 anni

Cattinara
Prima vittima dell’influenza H1n1 a Trieste. All’ospedale di Cattinara è morta la donna di 67 anni ricoverata già dal 10 gennaio, e lo scorso sabato, per il peggioramento delle sue condizioni respiratorie, trasferita in Rianimazione. Soffriva di gravi patologie respiratorie e cardiologiche, e su queste il virus ha infierito.
Il suo stato di salute essendo purtroppo già molto compromesso, i sanitari non hanno potuto salvarle la vita. Sale così a nove, col triste caso triestino, il numero dei morti in Italia per le complicazioni della cosiddetta influenza A, volgarmente detta ”suina” lo scorso anno, quando si diffuse a livello di pandemia.
Stazionarie invece, e questa già è una notizia positiva secondo i medici, le condizioni del secondo paziente, un giovane di 40 anni. In disperate condizioni (gli è stata applicata la ventilazione artificiale, e successivamente si è resa necessaria anche la circolazione extracorporea) dopo il ricovero in Rianimazione era stato accolto in Cardiochirurgia.
Da notare che solo gli ospedali di Trieste e Udine sono attrezzati con le apparecchiature necessarie a supportare la grave compromissione respiratoria che è la pessima e più preoccupante caratteristica del virus H1n1, e che solo quando le condizioni di salute del paziente si aggravano i sanitari predispongono l’analisi di controllo, che viene effettuata all’Istituto di Igiene del Burlo.
Per entrambi i ricoverati il controllo era stato effettuato, e la diagnosi confermata in laboratorio. Ma in teoria potrebbero esserci anche altre persone infettate dallo stesso virus, in modo più lieve, ricoverate e non, di cui non si ha prova perché la verifica non viene giudicata necessaria.
Di fronte al diffondersi dei casi in Italia e non solo (da noi le Marche sono la regione più colpita, ma anche la Puglia, la Campania, il Piemonte e la Liguria), l’Organizzazione mondiale della sanità ha definito «preoccupante» la sfiducia nel vaccino della gente. Nella provincia di Trieste si è vaccinata poco più della metà della popolazione considerata a rischio, cioé con età superiore nai 65 anni, con malattie croniche, di cuore, renali, con diabete e così via.
La campagna di vaccinazione diretta si è chiusa, come confermato dall’Azienda sanitaria, il 31 dicembre. Ma chi volesse recuperare, e vaccinarsi adesso, lo può ancora fare, almeno fino al 31 gennaio, e però solo chiedendo la ricetta del Servizio sanitario al proprio medico.
Lo spiega il presidente dell’Ordine dei farmacisti di Trieste, Marcello Milani: «La convenzione con l’Azienda sanitaria prevedeva un tempo di recupero fino al 31 gennaio. Ma in questa ”finestra” i cittadini devono procurarsi la ricetta dal medico di famiglia, e averlo così gratuitamente. È importante però avvertire i cittadini: a chi si presenta senza ricetta il farmacista non può vendere la fiala di vaccino».
Ma le scorte, ovviamente, ci sono. Vengono calibrate ogni anno più o meno sulla quantità di persone che ha assunto il farmaco l’anno precedente, un po’ aumentata. Quest’anno 55-60 mila dosi. Se i vaccinati fin qui sono stati poco meno di 32 mila, si capisce che le farmacie hanno ancora fiale a disposizione.
«Ma visto che l’epidemia cresce - prosegue Milani - io credo che l’Azienda sanitaria, o la Regione stessa, potrebbero prorogare i termini per la vaccinazione, sarebbe un’assunzione ancora efficace, mentre per questo mese la gente, se vuole recuperare il ritardo, deve farsi la strada prima dal medico, poi alla farmacia e poi da qualcuno che effettua l’iniezione».
Il vaccino contiene i ceppi dei virus normali, ma anche quello del più temibile H1n1, che la donna morta d’influenza a Cattinara non è riuscita purtroppo a vincere neanche con le attrezzature di un grande ospedale.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti:commenta
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video