Trieste, Orion e Petrol Lavori in corsa per Revas

Manifestazioni di interesse a carattere industriale. Sul tappeto altre due proposte immobiliari
Il presidio dei dipendenti Revas davanti al palazzo di Giustizia (foto Silvano)
Il presidio dei dipendenti Revas davanti al palazzo di Giustizia (foto Silvano)

TRIESTE A parziale consolazione del difficile momento incombente, soccorre la constatazione che Revas è ritenuta sulla piazza una realtà produttiva interessante: a dimostrarlo sono le due manifestazioni di interesse giunte all’attenzione dei legali dell’azienda.

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Una è prospettata da Orion, impresa di livello internazionale specializzata nella fabbricazione di valvole per il settore oil&gas, con un fatturato di circa 50 milioni, guidata da Luca Farina, domiciliata in via Caboto dirimpetto a Italcementi e di fianco alla sede dell’Ezit. L’altra proposta viene formulata da una cordata di cinque aziende, capeggiata dalla Petrol Lavori pilotata da Walter Radin, che è una importante presenza nel mondo dell’indotto cantieristico, situata in via Travnik, e che insieme alle controllate sfiora i 45 milioni di ricavi.

A questi due progetti di carattere “industriale” si aggiungono - secondo voci ufficiose raccolte a margine dell’udienza svoltasi ieri mattina in Tribunale - altre due proposte di carattere “immobiliare”, firmate rispettivamente dalla Frigomar (gestita da Artoni e Samer) e dalla Demus, operante nel comparto caffeicolo.

Durante l’udienza l’avvocato Giulio Quarantotto, affiancato dai colleghi Petronio e De Luca, ha dunque portato a conoscenza del giudice fallimentare Riccardo Merluzzi queste possibilità, allo scopo di salvare asset e occupazione. Revas era rappresentata da uno degli amministratori, Roberto Suraci. Per la “candidata” Orion presenziavano gli avvocati Maurizio Consoli, Elena e Alessandro Piselli.

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Merluzzi ha riservato la decisione al collegio giudicante della sezione fallimentare, composto dallo stesso Merluzzi e da altri due colleghi. Fallimento con esercizio provvisorio, amministrazione giudiziale, nuovo rinvio: possono essere varie le strade che il collegio intraprenderà nei prossimi giorni. Si ritiene probabile che punto di caduta di questa fase potrebbe essere una procedura competiviva che ponga a confronto innanzitutto le alternative di carattere “industriale”

In udienza era presente il pm Matteo Tripani e la posizione della magistratura inquirente è stata riassunta in una nota dallo stesso procuratore Carlo Mastelloni. «Gli accertamenti condotti dalla Procura con l'ausilio del Nucleo di Polizia Tributaria e del consulente dott. Giovanni Turazza - scrive il magistrato - hanno evidenziato debiti scaduti verso fornitori per oltre 2 milioni di euro, debiti di natura tributaria e previdenziale per 6 milioni di euro nonché iscrizioni di poste attive infragruppo per oltre 4 milioni di euro per le quali le possibilità di recupero appaiono stimabili per valori significativamente inferiori».

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«Attesa pertanto la conclamata situazione di insolvenza - prosegue la nota di Mastelloni - il P.M. ha concluso per la dichiarazione di fallimento chiedendo che il curatore nominato dal Tribunale venga autorizzato all'esercizio provvisorio dell'impresa ai sensi dell'art. 104 l.f. (legge fallimentare ndr), nella prospettiva di garantire la continuità aziendale anche attraverso l'affitto o la cessione dell'azienda mediante una procedura competitiva». «Soluzione - conclude - nella quale si confida in ragione delle importanti manifestazioni di interesse già pervenute e ribadite anche nell'udienza odierna».

Fuori dal palazzo di Giustizia, analogamente all’udienza precedente tenutasi lo scorso 18 agosto, un presidio organizzato da una quarantina di dipendenti Revas, sotto le insegne della Fiom. A nome della segreteria del sindacato le preoccupazioni di Sasha Colautti: «Comincia una nuova pagina di mobilitazione. Il nostro timore è che nessuna delle proposte presentate preveda la riassunzione dei 130 lavoratori oggi impiegati».

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