Trieste, raid al negozio con un blocco di cemento

Tentato furto con spaccata da “Nacmias” nella zona pedonale di via San Lazzaro. Decisivi i vetri antisfondamento
Tentato furto con spaccata al Nacmias (Lasorte)
Tentato furto con spaccata al Nacmias (Lasorte)

TRIESTE Hanno fatto certamente un sopralluogo alla luce del sole, mischiati e confusi tra la varia umanità che bazzica da quelle parti, in mezzo a una delle più vecchie zone pedonali del centro. Il loro occhio clinico è caduto su “Nacmias”, quel grande negozio ad angolo fra via San Lazzaro e via delle Torri, dalle vetrine ampie ed eleganti, libere peraltro da serrande anche dopo la chiusura. Così, l’altra notte, hanno rubato un blocco di calcestruzzo da un cantiere dei paraggi, ai piedi della Chiesa di Sant’Antonio Nuovo (uno di quelli usati per sostenere i pali ai quali vengono attaccate le recinzioni per delimitare per l’appunto l’area di cantiere) e hanno cercato di sfondare una di quelle vetrate.

Uno, due, tre, forse anche quattro colpi, secchi, a mo’ di ariete. Non sono bastati. Perché non avevano fatto i conti col fatto che sì, non c’erano saracinesche, ma le vetrine erano fatte in materiale rinforzato, antisfondamento. Alla fine se ne sono dovuti andare, di corsa, a mani vuote, un pugno di secondi appena prima dell’arrivo delle “pantere” della Squadra volante, spedite lì a sirene spiegate dall’allarme del negozio stesso, collegato al 113. «Sono stati davvero bravi, professionali e veloci», riconosce a mente fredda Lelio Nacmias, il titolare, parlando dei poliziotti: «Abito vicino e ho l’allarme collegato anche a casa. Mi sono precipitato giù e loro erano già lì».

È successo attorno alle tre e mezza del mattino. Il clamoroso tentato furto con spaccata (clamoroso più che altro perché si è consumato nel cuore del centro pedonalizzato, dove una banda non può fare affidamento su un’auto pronta subito a sgommare, in un punto inoltre dove mica ci sono solo uffici e dove anzi gli appartamenti nei palazzi circostanti comunque non mancano) ha interessato come detto lo storico negozio di abbigliamento da uomo “Nacmias”, uno di quelli che resistono ai tempi che cambiano e alla rivoluzione delle insegne (siamo a due passi per intenderci, proprio due, dal foro che fu dei “Vetri di Murano”).

La caccia ai banditi “impavidi” la stanno dando i poliziotti della Squadra mobile, che si sono messi ad indagare in base agli indizi raccolti sul posto in piena notte dai loro colleghi della Volante e della Scientifica, in base poi alla denuncia anche e soprattutto ai filmati registrati dalle molte telecamere (pubbliche e private, sopra l’ingresso di vari negozi e locali di via San Lazzaro e via delle Torri) che insistono sulla zona. Di sicuro il buio della notte - dominante, come è facilmente intuibile, nelle immagini, non aiuta gli investigatori.

Quel da cui non si scappa, intanto, è che non si è trattato di un ladro solitario, che predilige di solito l’assalto “di fino” alla piccola bottega armato di cacciavite o qualcosa di simile per forzarne la serratura. Troppo pesante la base di calcestruzzo per poter essere maneggiata da un singolo. Dovevano essere almeno in due. E probabilmente erano stranieri, per giunta di “primo pelo” da queste parti, incensurati in Italia e dunque consapevoli di non dover passare troppo tempo in galera nel caso vengano presi. Hanno corso un rischio decisamente elevato, in un luogo con tanti “contro” e pochi “pro”, limitati alla possibilità di non farsi vedere da eventuali automobilisti di passaggio e di poter al caso scappare (come è effettivamente avvenuto) in una stradina nascosta dalla parte opposta rispetto a quella dalla quale può arrivare la polizia.

Nel corso della giornata di lunedì, mentre il negozio era chiuso (osserva il turno di riposo), il segno di tale spaccata (la vetrata di via San Lazzaro più vicina a via delle Torri rattoppata dopo il tentato sfondamento) era alquanto evidente. Gli investigatori della Questura ci hanno fatto più d’un sopralluogo tutt’attorno. Non solo quelli della Mobile ma pure i loro colleghi della Digos. La famiglia proprietaria del negozio assaltato, in effetti, appartiene alla Comunità ebraica e ne è partecipe. Non c’è dunque solo la pista del furto sul taccuino dei poliziotti, anche se è e resta per ora la più accreditata.

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