Trieste, rapina con la pistola nella tabaccheria

La rapina. Stava tranquillamente compilando le parole crociate. Ha distolto lo sguardo dal foglio, solo quando ha sentito entrare nel suo negozio di pochi metri quadrati quello che pensava fosse un cliente. Solo che di fronte al suo viso si è ritrovata una pistola spianata. Che fosse finta o vera, non è ancora stato accertato, ma quell’uomo che la teneva in mano, con il viso travisato da un casco, si è portato via l’intero incasso della giornata della tabaccheria di A.G. in largo Pestalozzi 2: un bottino da circa un migliaio di euro. È successo l’altro giorno, verso le 14.30. Una rapina attorno alla quale è rimasto il mistero più assoluto per molte ore, finché ieri la notizia è iniziata a circolare. A intervenire sul posto, subito dopo l’episodio, la Polizia di Stato.
Panico per la negoziante. La proprietaria della rivendita, ancora sotto shock, era da sola durante quei veri e propri attimi di panico ed era l’unica che in quel momento aveva il negozio aperto in zona: il fruttivendolo, il giornalaio e il compro oro lì vicino erano chiusi a quell’ora e i ragazzi delle scuole in questo periodo sono sotto esami. Non c’è molto via vai infatti nel primo pomeriggio nell’area, la strada diventa abbastanza deserta come anche via dell’Istria. Nessuno si è accorto infatti di qualcosa di strano, nemmeno qualche possibile taxi parcheggiato nella fermata adibita alla sosta proprio al di là del marciapiede della tabaccheria. Sconosciuto ancora l’identikit del malvivente, su cui la Polizia sta indagando.
I precedenti. Non è la prima rapina che la tabaccheria subisce. Nel 2013, esattamente il 24 novembre, quando proprietari erano altri due soci, si era verificato un analogo episodio: autore del raid un uomo poi individuato con il nome di Andrea Castelli, “il rapinatore dell’accetta”, che in quel periodo era riuscito a mettere a segno pure un’altra rapina (in totale aveva cercato di derubare quattro tabaccherie), portando con sé al fine di impressionare i tabaccai l’arma da taglio. Quattro anni fa Castelli, finito in prigione per questi e altri reati commessi, aveva sottratto in largo Pestalozzi 200 euro dopo aver distrutto i vetri di copertura del bancone con l’accetta. Nel 2005 invece la stessa rivendita era stata presa di mira da due banditi armati di coltello, quella volta il bottino era stato di 3200 euro. Entrambe le rapine passate erano state commesse però di sera, mai di giorno come è accaduto stavolta.

«È la prima volta che avviene un fatto del genere non durante la notte, questa è davvero una novità - commenta Giorgio Sommadossi, l’edicolante -. Una signora che aveva una ricevitoria qui vicino, dopo sei estorsioni, ha chiuso, non ne poteva più. Ma tanto anche se il ladro viene preso, dopo due giorni è fuori dalla prigione, è una battaglia persa, così non riusciremo mai a risolvere la questione».
I pareri. Piuttosto interdetta da quanto accaduto è Patrizia Peschiera, titolare del negozio di animali “Eden dog”, in via dell’Istria, decisa a voler inserire alcune telecamere proprio all’interno del suo negozio.

«Siamo davvero spaventati a causa di quello che è successo alla signora della rivendita - afferma -. Lo Stato stesso dovrebbe preoccuparsi di distribuire in alcuni punti della città maggiori telecamere. Nel mio negozio la proprietaria precedente aveva subito un tentativo di scasso, sempre di pomeriggio. Eppure abbiamo i Carabinieri qui vicino...».

Questa parte di San Giacomo per molti esercenti non è sicura. A confermarlo Loretta Aciocoitei, che gestisce il bar Italia: «Non mi fido di lasciare la saracinesca su nemmeno quando vado via per poche ore - dice -, per fortuna ho fatto lezioni di arti marziali». Della stessa opinione Sharon Sturdà, che lavora in una trattoria vicina. «Io mi sento sicura solo perché ho la caserma esattamente di fronte - conclude -, ma da qui fino al Burlo c’è davvero brutta gente. Però non ho mai sentito di un episodio così, alla luce del giorno, anche perché da quelle parti ci sono sempre tante persone che attendono il bus».
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