Trieste ricca come provincia, povera come città

È l’unico comune capoluogo in Italia che coincide con il territorio. Tutte le altre aree urbane ci battono
Tutti conosciamo il caso del pollo mangiato in media da due persone di cui uno ne mangia due, e l’altro nessuno. È un esempio delle trappole di cui è piena la statistica. Ma, a volte, la trappola è un po’ meno evidente. E capita di cascarci pur sapendo che c’è. Ad esempio, succede spesso con una caratteristica, per quanto ben nota, della città di Trieste. Si tratta del fatto che la popolazione comunale costituisce circa l’85% di quella provinciale, a differenza delle altre città italiane. In generale questo fa si che, per via di questa illusione ottica statistica, la posizione relativa di Trieste in molte classifiche ne venga falsata.


In generale, infatti, la popolazione delle altre provincie supera di molte volte quella dei comuni, da minimi di 2,5-3 volte fino a massimi di circa 10 volte, come proprio nel Nord-Est, a Treviso. Solo la popolazione della provincia di Roma è solo una volta e mezzo quella del comune, per ragioni completamente diverse dalle nostre, cioè per l’enorme attrazione urbanizzatrice della Capitale rispetto al territorio circostante.


Questa particolarità della provincia di Trieste fa sì che, per tutte le statistiche che possono riguardarla, i valori del comune capoluogo si impongono nella media su quelli dei comuni della provincia. Mentre, per le altre provincie la media provinciale dei vari indicatori statistici presi in esame si può discostare anche sensibilmente dai valori del capoluogo. Ciò per via dell’ampiezza del territorio, del numero dei loro comuni, della dimensione della popolazione non inurbata nel capoluogo e della dispersione delle condizioni socio-economiche sul territorio. Quindi, essendo i valori della provincia di Trieste corrispondenti a quelli comunali, per fare confronti tra Trieste ed altre città, il territorio di riferimento a prendere è quello comunale, e non quello provinciale, di regola utilizzato.


Alcuni giorni fa è stata diffusa una tabella (in base a dati nazionali del Sole 24Ore, ndr) dove si riportavano i valori dei redditi provinciali. La classifica riguardava innanzitutto il tasso di crescita dei redditi dal 1999 ad oggi. In quella classifica Trieste si trova all’11.mo posto, con un tasso di crescita pari al 7%, un po’ inferiore a quelli massimi della Val d’Aosta e Milano, intorno all’11%, ma superiore a quello di una città pur dinamica come Bologna.


Le cose vanno un po’ diversamente per i livelli di reddito. Nella classifica dei livelli provinciali Trieste si colloca al 15.mo posto, al primo tra i comuni del Nord-Est. Ma questo vale per i redditi dichiarati come medie dei redditi provinciali. Per molte città la classifica riporta anche i valori dei redditi dei comuni capoluogo. Siccome, per le ragioni dette sopra, il reddito provinciale di Trieste è praticamente pari a quello comunale, noi possiamo ora confrontare questi redditi comunali con il nostro.


Il primo risultato del confronto dei redditi dichiarati nei comuni capoluogo è che, riguardo al Nord-Est, Trieste è superata sia dalle altre provincie regionali, Udine, Pordenone e Gorizia, sia da quelle del Trentino Alto Adige e da molte provincie del Veneto. Allargando al Nord, superano Trieste anche molti comuni lombardi e qualche comune piemontese. Dal quindicesimo posto la città scende intorno al trentesimo.


Colpiscono, in particolare, alcuni comuni del Veneto, Treviso, Vicenza, Verona e Padova, con redditi dei capoluoghi molto più alti quelli di Trieste, livelli europei, ma con tassi di crescita nel periodo in esame, dal 1999 a oggi, molto bassi, molto inferiore a quello triestino.


Esempi cioè, pur fatto salvo qualche differenziale di evasione, che indicherebbero come l’elevato livello frutto di un grande sviluppo del passato, non trovi riscontro in una spinta attuale alla crescita.


La dinamica del reddito di Trieste, nel periodo, si può spiegare, soprattutto, con la ristrutturazione del centro storico. Di conseguenza crescita di redditi dovuti alle costruzioni, di ricchezza per transazioni immobiliari i cui prezzi sono molto aumentati, e crescita anche del livello delle affitanze nelle zone centrali. Si possono aggiungere anche incrementi di redditi finanziari, che rappresentano il grande aumento della ricchezza nel passato della città.


Fa sempre piacere trovarsi ai primi posti in qualche classifica, in special modo del reddito. Ma può generare un senso di soddisfazione che non aiuta a migliorare, soprattutto se il livello è ereditato dagli sviluppi passati. Percepire con più precisione la posizione e la dinamica della città, oggi, deve servire da stimolo: c’è ancora molto lavoro da fare per arrivare davvero nelle prime posizioni nazionali ma, dopo tanto tempo, qualcosa si è mosso finalmente, e la missione non è impossibile.
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