Trieste, ripiomba sopra Trieste lo spettro rigassificatore

Il ministero dell’Ambiente ribadisce al Comune il nulla osta all’opera e conferma in parallelo l’iter in corso per l’ok al metanodotto Snam
Il rendering del rigassificatore di Zaule
Il rendering del rigassificatore di Zaule

TRIESTE. Tra le tante cose che a Trieste han l’usanza di tornare a galla, primeggia senza dubbio il rigassificatore di Zaule. Il ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio, infatti, ha appena ribadito al Comune il suo «giudizio favorevole di compatibilità ambientale» sul progetto, aggiungendo che la procedura di Via per l’annesso gasdotto è tuttora in corso.

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Un rendering del progetto del rigassificatore di Gas Natural

La risposta ha sconcertato la maggioranza cittadina, che sperava nella possibilità di una revisione del via libera dato all’impianto nel 2009. Ha trovato invece abbastanza tranquilla la Regione, che replica: «La palla ora è in mano al ministero dello Sviluppo economico, che dovrebbe convocare la Conferenza dei servizi ma non lo fa proprio a causa dei numerosi “no” arrivati dal territorio».

La notizia è emersa mercoledì sera in Consiglio comunale, quando l’assessore alla Pianificazione urbana Luisa Polli ha letto la lettera inviatale dal ministero dell’Ambiente. Ma cominciamo all’inizio. In ottobre il Consiglio comunale aveva approvato una mozione che ribadiva la contrarietà di Trieste al progetto di rigassificatore di Gas Natural.

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Nei giorni scorsi il capogruppo leghista Paolo Polidori aveva presentato una domanda di attualità a Polli, in cui scriveva: «Chiedo all’assessore competente se esistono ad oggi riscontri da parte della Direzione generale per le valutazioni ed autorizzazioni ambientali in merito alla compatibilità ambientale e ad una possibile riapertura del procedimento di Via» del rigassificatore.

L’assessore ha contattato il ministero e poi ha risposto in aula a Polidori, premettendo che dal responso avuto dal ministero «allo stato attuale non vi sono presupposti per fermare la procedura del rigassificatore». Questi i passaggi salienti della lettera, firmata dal vicecapo di gabinetto del ministero Elena Lorenzini.

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Il rendering del rigassificatore a Zaule di Gas Natural

«La Direzione generale riferisce che in merito al progetto di cui si tratta è stato espresso giudizio favorevole di compatibilità ambientale con decreto» del 17 luglio 2009 «e che gli esiti di tale valutazione sono stati successivamente confermati a seguito di un supplemento istruttorio svolto in ragione di presunte incompatibilità del progetto con i nuovi scenari di traffico navale derivanti dal nuovo Piano regolatore portuale».

Per il ministero tali inconciliabilità non esistono: «Il supplemento istruttorio ha accertato l’assenza di incompatibilità tra il Piano e il terminale di rigassificazione». Aggiunge poi: «La Direzione generale rappresenta, infine, che non sussistono presupposti di natura tecnica, giuridica ed amministrativa per poter ipotizzare la riapertura del procedimento di Via per il terminale di rigassificazione».

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Il ministero precisa poi che sta proseguendo l’iter per la Via del metanodotto Trieste-Grado-Villesse progettato da Snam: «Risultano acquisiti tutti i pareri degli enti e delle amministrazioni coinvolte e si è in attesa di acquisire le valutazioni richieste alla Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale».

La posizione del ministero ha indignato Polidori: «Una risposta devastante. Siamo arrivati al punto in cui tutte le istituzioni sono contrarie, poi spunta il ministero e dice che la Via del 2009 è approvata e così resta». Il leghista sottolinea «un vizio»: «Stanno acquisendo la Via per il metanodotto ma le norme Ue dicono chiaramente che non si possono fare due procedure separate per impianto e infrastruttura».

In conclusione per il Carroccio «è una fortuna che non sia passato il referendum costituzionale: in base alla clausola di supremazia nazionale il governo avrebbe avuto il potere di dire che il rigassificatore si fa e basta». Per la Regione replicano il triestinissimo assessore Gianni Torrenti anche a nome dell’assessore all’Ambiente Sara Vito.

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Afferma Torrenti: «Di fatto non è una novità. Il ministero dell’Ambiente aveva già ultimato il suo ruolo e la palla del rigassificatore è passata al ministero per lo Sviluppo economico». Quest’ultimo, aggiunge l’esponente della giunta Serracchiani, «deve da tempo convocare la Conferenza dei servizi»: «Se non l’ha mai fatto - prosegue Torrenti - è proprio per i “no” molto pesanti piovuti da Regione, Comune e Porto. Per cui è al Mise che bisognerebbe rivolgersi, perché è lì che la cosa è impantanata».

Dal canto suo la Regione ha «escluso dal Piano energetico il rigassificatore»: «Perché non solo non serve, ma confligge con i nostri bisogni e con le politiche del Porto». Se mai la Conferenza dovesse venire convocata, conclude l’assessore, «vi porteremo l’assoluta contrarietà espressa ormai da tutte le forze politiche». E Gas Natural che ne pensa? Ieri il suo ufficio stampa non era raggiungibile, ma il sito illustrativo sul progetto parla chiaro: è fermo al 2012.

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