Trieste scopre il mercato nero dei buoni spesa venduti sottobanco. L’ira del Comune: «Denunceremo tutti»

Scoperto un giro illegale di ticket destinati alle famiglie indigenti. Allertata la Finanza. Dal Municipio verifiche ad hoc

TRIESTE Il mercato nero dei buoni spesa a Trieste. Ritirati gratis in Comune e poi rivenduti sottobanco. Non ci sono nomi e facce certe dei “furbetti”. Non ancora, almeno. Ma c’è il forte sospetto sull’esistenza di un fenomeno così odioso da spingere subito l’assessore comunale alle Politiche sociali Carlo Grilli lanciare l’allarme. Il messaggio diramato per avvisare la cittadinanza è semplice e chiaro: chiunque fa, o farà, il furbo dovrà rispondere sul piano penale. Scatteranno denunce, insomma. Anche la Guardia di finanza è allertata. E il municipio si sta già muovendo con accertamenti ad hoc.



Ieri Grilli ha pubblicato un post su Facebook rendendo noto il problema: i buoni sono quelli distribuiti dal municipio a chi, in questo periodo di emergenza, non lavora e si trova in gravi difficoltà economiche. Buoni poi spendibili al supermercato. Tra i beneficiari, però, non manca chi se ne sta approfittando per ricavarci qualche soldo. «Siamo a conoscenza del fatto che alcuni cittadini stanno svendendo i buoni spesa del Comune eroga - scrive l’assessore sulla sua pagina -. È meglio precisare che si tratta di reato e che stiamo contattando la Finanza per perseguire i responsabili».



Nel suo post Grilli è stato più preciso, proprio per fermare sul nascere questa losca compravendita. «Il danno sta nel mercimonio degli interventi assistenziali pubblici». Cioè «nel lucrare su quanto ricevi per il tuo diritto a ricevere un’assistenza dallo Stato». L’esponente della giunta Dipiazza si dice pronto alla guerra: «Saremo decisi nel fermare questa situazione», promette. Perché, ha osservato, «se una famiglia ha bisogno, noi ci siamo. Ma se poi si commette un reato, è giusto rispondere con fermezza. Per il rispetto degli altri a cui è tolta la possibilità di spesa».

Consegnati i primi bonus spesa a Trieste, un solo beneficiario non si presenta


Non si sa quanti siano, effettivamente, questi furbetti. Cinque? Dieci? Di più?Indifferentemente dal numero, spiega l’assessore al telefono, su questo non si può transigere. «Per questo ho voluto scrivere quel post, in modo da far capire a tutti, chiaramente, che così facendo si va incontro a un gesto illegale».

In fila con occhi bassi e anellini d’oro in tasca: «Vado a impegnarli per pagare le bollette»
Qui sopra persone in fila davanti alla sede della società “Affide” che, a Trieste, ha rilevato l’attività dei vecchi banchi dei pegni.

Grilli poi conferma che sì, in effetti, ci sono sospetti su “qualcuno” in specifico. «Io so per certo che c’è chi sta vendendo i buoni – rimarca – ma non ho i nomi. Si sappia che abbiamo già messo al corrente le forze dell’ordine. Chi si comporta così, volontariamente o senza rendersi conto del reato, abbia chiaro che sta commettendo qualcosa di grave. Di sbagliato e perseguibile. Sono molto severo su questo – perché il Comune in questo momento fa tanta fatica a dare una mano ai cittadini che hanno bisogno. Quando ho saputo che ci sono persone disponeste capaci di approfittarsi anche dei buoni spesa, sono diventato furibondo. Stiamo già facendo le nostre verifiche".


I buoni erogati dal municipio triestino hanno importi diversi: 25, 50 e 100 euro all’uno, a seconda delle necessità. Fanno parte di un provvedimento pensato esclusivamente per questo periodo. Sono 2.300 le famiglie destinatarie del contributo, al momento. Duemila cittadini lo hanno già ricevuto, altri trecento sono in attesa nell’elaborazione delle domande da parte degli uffici comunali. Le richieste si possono presentare entro domani. Dopodiché dovrebbe partire una seconda distribuzione, anche se non sarà della stessa entità. «Sì – conferma Grilli –, cercheremo di fare un ulteriore sforzo in modo da mettere in campo un altro intervento per aiutare le famiglie in seria difficoltà economica. E non di certo chi fa il furbo». —




 

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