Trieste, si butta dalla finestra per non pagare la prostituta
Movimentato episodio in un alloggio di via Udine. L'uomo, un disoccupato sloveno di 56 anni, si è lanciato per evitare di prenderle dal protettore, ed è rimasto appeso ai fili della biancheria

TRIESTE Chi va a prostitute dovrebbe saperlo bene: i servizi offerti dalle ”lucciole” non sono gratis, ma devono essere adeguatamente ricompensati. Del resto, se si chiama sesso a pagamento un motivo ci sarà. Lui però - Marino K. un disoccupato sloveno di 56 anni -, l’altra notte quel pagamento non l’ha voluto effettuare, scatenando così la reazione furibonda della donna di colore abbordata poco prima in Borgo Teresiano, ma pure quella, ben più temibile, del nerboruto ”protettore”, piombato nell’alloggio del cliente tirchio per dargli una sonora lezione.
Piano riuscito solo a metà: intuite le intenzioni poco amichevoli del ”magnaccia”, infatti, il cinquantaseienne, terrorizzato, ha pensato bene di fuggire. Come? Gettandosi dalla finestra di casa, a circa cinque metri da terra, e rimanendo poi incastrato tra i fili della biancheria. Un gesto che gli ha procurato fratture e traumi per i quali si è reso necessario il ricovero a Cattinara.
A trovare l’uomo attorno alle 5 di mattina è stata una vicina di casa - come Marino K. residente nel palazzo al numero 40 di via Udine -, insospettita da un rumore avvertito all’improvviso, simile a quello di un vetro mandato in frantumi dalla bora. «Mi sono svegliata di soprassalto, temendo che fosse crollata la lastra della cucina - spiega la donna, indicando il punto da cui ha ”spiccato il volo” il cinquantaseienne -. E quando mi sono sporta verso il cortile interno per tentare di capire cosa stesse succedendo, mi sono trovata davanti quell’uomo, aggrappato al davanzale. Cadendo, aveva distrutto l’infisso e travolto i miei fili della biancheria, e cercava di stare in equilibrio su un piccolo tubo che corre lungo la facciata interna. Una scena stranissima - conclude la vicina -, così ho svegliato mio marito invitandolo a chiamare subito il 113».
È stato proprio ai poliziotti, intervenuti in via Udine nel giro di pochi minuti, che Marino K. ha raccontato l’incredibile disavventura. L’uomo ha riferito di aver avvicinato la prostituta di colore qualche ora prima in via Ghega e di averla convinta a seguirlo nel suo appartamento - un alloggio Ater occupato abusivamente - dopo aver concordato la tariffa della prestazione: 50 euro.
Cifra che la ”lucciola” - una donna sulla quarantina, evidentemente non alle prime armi e in grado di riconoscere ad un miglio di distanza i clienti poco affidabili -, ha preteso di incassare prima di consumare il rapporto. E l’ha fatto con un’insistenza tale da costringere il cittadino sloveno a vuotare subito il sacco: «Non posso darti quei 50 euro - ha spiegato il cinquantaseienne, descritto come un tipo un po’ strano, abituato a vivere di espedienti -. Non posso perché, materialmente, in casa non ho nemmeno un centesimo». Facile, a quel punto, immaginare l’ira della prostituta. Meno prevedibile, invece, attendersi l’arrivo del ”protettore” che, avvisato al telefono dalla donna, si è precipitato a riscuotere la parcella pattuita. Il ”recupero crediti” tuttavia, come detto, non è andato a buon fine, perché interrotto dal balzo al di là della finestra compiuto dal cliente impaurito. Toccherà ora agli investigatori della Questura, che ieri mattina l’hanno sentito in ospedale, verificare punto su punto la versione fornita dell’uomo. Che, alla fine, ha pagato a caro prezzo lo ”sgarbo” fatto alla quarantenne di colore: l’episodio dell’altra notte infatti non gli ha lasciato in dote solo diverse fratture, ma anche una denuncia per occupazione abusiva di alloggio visto che - come hanno appurato i poliziotti -, nell’appartamento di via Udine era subentrato senza alcun titolo dopo la morte del precedente assegnatario.
RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti:prostituzione
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video