TRIESTE, UN SISTEMA TRA GLI ATENEI

È universalmente noto che Trieste ha profonde ed antiche tradizioni con il mondo assicurativo. E' in questa città infatti che 175 anni fa sono nate le Assicurazioni Generali, oggi la più grande compagnia assicurativa italiana, la RAS (Riunione Adriatica di Sicurtà), il Lloyd Adriatico di Assicurazioni. Queste ultime due realtà sono successivamente entrate a far parte del gruppo Allianz e dal 1° ottobre sono confluite in Allianz Italia, che ha fissato la propria sede sociale proprio a Trieste.


Nel capoluogo giuliano opera anche la SASA, oggi parte del Gruppo Fondiaria-SAI, una compagnia che dopo aver operato prevalentemente in un settore di nicchia come il Marine, si è aperta di recente anche ad altri rami. Nel complesso, se si considerano soltanto i dipendenti diretti che lavorano nelle sedi triestine, si raggiunge una cifra di ben 2700 occupati. Se a questi si aggiunge tutto l'indotto generato nelle varie attività collegate, si può avere facilmente un'idea del peso e dell'importanza che il settore assicurativo presenta per la realtà economica triestina. È peraltro evidente che la concentrazione a Trieste di due colossi come Assicurazioni Generali e Allianz Italia, fa della città un punto di riferimento delle attività assicurative non solo a livello nazionale ma anche internazionale. Si tratta tuttavia di un asset che la città non sembra aver sinora pienamente compreso né tantomento sfruttato nelle sue innumerevoli potenzialità (e ciò anche prescindendo dalle emblematiche vicende che portarono negli anni '80 le Generali a realizzare la sede di Mogliano).


Trieste ha anche consolidate tradizioni negli studi assicurativi. Giova in proposito ricordare che uno dei massimi studiosi italiani di matematica applicata, Bruno de Finetti, ha insegnato per oltre un decennio presso l'Università di Trieste. È anche grazie al suo lascito, che nel 1978 nacque nella Facoltà di Economia e Commercio dell'Ateneo triestino il Corso di laurea in Scienze Statistiche ed Attuariali, che si aggiunse all'unico analogo Corso esistente in Italia presso l'Università la Sapienza di Roma. Nell'ambito dell'Università di Trieste opera inoltre da un decennio anche il dottorato di ricerca in Finanza aziendale, che più recentemente ha ampliato le proprie attività anche verso il settore assicurativo. Dal gennaio 2000 un'altra importante iniziativa formativa in campo assicurativo si è aggiunta alle realtà citate. Mib School of Management ha infatti avviato a Trieste il corso post lauream Master in Insurance and Risk Management, destinato a formare giovani laureati interessati a sviluppare conoscenze e competenze professionali in funzione di un percorso manageriale nell'ambito assicurativo e finanziario.


In pochi anni tale corso si è affermato come una delle più qualificate iniziative di formazione manageriale nel campo assicurativo a livello nazionale, attirando partecipanti da tutte le regioni italiane ed ottenendo importanti riconoscimenti, tra cui l'accreditamento ASFOR (Associazione italiana per la formazione manageriale) che certifica la qualità dei corsi Master realizzati nel nostro Paese. Nel 2005 il MIRM ha assunto pienamente una dimensione internazionale, adottando la lingua inglese in tutte le attività didattiche e reclutando partecipanti provenienti dalle principali aree del mondo, con una presenza di studenti stranieri che attualmente supera il 50% del totale. Non è certo un caso che il Master in Insurance and Risk Management sia stato il primo Master italiano ad aver ottenuto l'accreditamento EPAS (European Programme Accreditation System) gestito da EFMD (European Foundation for Management Development), il più importante network continentale di business school e università.


E non è nemmeno un caso che MIRM sia tuttora in Europa l'unico Master del settore assicurativo ad essere accreditato da EFMD. Nonostante la significativa valenza delle specifiche realtà citate, va tuttavia rilevato che esse non costituiscono ancora un «sistema», cioè un insieme integrato in grado di sfruttare pienamente le relative interdipendenze e complementarietà. Per conseguire molte delle potenzialità che al momento sono solo latenti, occorrerebbe infatti avviare e realizzare uno specifico percorso di coordinamento e di integrazione che avesse come obiettivo finale quello di rafforzare il ruolo di Trieste come riferimento internazionale per le attività di ricerca e formazione nelle tematiche assicurative. Un centro cioè capace di attirare a Trieste dall'Italia e dall'estero un flusso crescente di studenti, studiosi, esperti, manager, consulenti, ecc. interessati ad approfondire le loro conoscenze negli studi e nelle tematiche connesse al mondo assicurativo e finanziario, consolidando ulteriormente l'immagine e il ruolo della città quale «capitale» del settore.


Per conseguire tali risultati è necessario in primo luogo agire sulla filiera degli attuali processi formativi che concernono le tematiche assicurative, finanziarie e di risk management. Occorre in sostanza interconnettere, ovvero mettere in rete secondo una logica sistemica, i corsi accademici e le altre iniziative di formazione (dal livello undergraduate all'executive education) e di ricerca, in modo che ognuno di essi non risponda solo ad obiettivi autonomi, ma sia parte di un’offerta complessiva coerente, capace di conseguire economie di scala e creare effetti sinergici anche con le esigenze espresse dalle imprese e dal mondo operativo. Affinchè questo sistema integrato possa essere un riferimento internazionale, ovvero possa essere in grado di attirare partecipanti da altri paesi ed aree, le attività dovrebbero necessariamente essere svolte in lingua inglese.


Se da un lato ciò implica l'esigenza di specifici e coerenti investimenti in tale direzione da parte dei soggetti che operano all'interno delle realtà accademiche formative considerate (per Mib si tratta di un dato già largamente presente), dall'altro lato vi è la concreta possibilità che le imprese di assicurazione presenti in loco (ma non solo) siano disponibili ad essere partecipi di un tale progetto, sia mediante un apporto di idee e competenze sui progetti e programmi, sia mediante un adeguato sostegno finanziario delle attività in funzione delle ricadute di cui esse stesse potrebbero beneficiare. In definitiva, per Trieste si tratterebbe di realizzare un significativo tassello di una nuova strategia di sviluppo basata sulla piena valorizzazione delle vocazioni e delle risorse che la città possiede.

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