La comunità portuale all’incontro con il viceministro Rixi: «Parole incoraggianti, serve stabilità per investire»

Gli operatori sperano in una svolta, che porti avanti anche i progetti sull’Imec. Vittorio Petrucco sul robot: «Una macchina più complicata di quanto si vede»

Giorgia Pacino
Vittorio Petrucco, foto Massimo Silvano
Vittorio Petrucco, foto Massimo Silvano

Parole che fanno ben sperare. La previsione del viceministro alle Infrastrutture e ai Trasporti Edoardo Rixi su una risoluzione dello stallo sulle nomine ai vertici dei porti italiani prima della pausa estiva è stata accolta con un sospiro di sollievo dalla comunità portuale triestina, riunita ieri sera al Molo VII per la presentazione dell’innovativo RoboGO, la tecnologia per la manutenzione dell’infrastruttura portuale firmata Icop.

Icop e RoboGo al Molo VII: innovazione e manutenzione per il futuro delle infrastrutture

Dopo mesi di attesa, l’arrivo in città del viceministro ha raccolto nel tendone allestito all’interno del porto alcune tra le figure di maggior peso dello scalo triestino: Adriafer, Dfds, Hhla, Tmt, Ocean, Parisi Group i nomi che comparivano scorrendo l’elenco degli ospiti registrati. Tutti ansiosi non solo di vedere il nuovo sistema robotico avanzato, battezzato ieri con il nome di Irene (in attesa dell’arrivo, tra pochi giorni, del robot gemello Paola), ma anche di ricevere rassicurazioni da viceministro e commissario su una positiva – e soprattutto tempestiva – risoluzione dello stallo con la nomina di Antonio Gurrieri a presidente dell’Adsp.

Ecco allora che, dopo le dichiarazioni del viceministro, si cominciano a fare i conti. La pausa estiva inizia l’8 di agosto: al massimo entro 15 giorni si potrebbe arrivare quindi all’ufficialità della nomina e interrompere un periodo che, con il commissariamento e l’assenza di una figura con pieni poteri alla guida del porto, per gli operatori sta penalizzando l’attività dello scalo stesso. «Che lo eleggano. Tutta la comunità portuale lo vuole e lo stima. Dobbiamo dare una svolta», ha esortato senza giri di parole Michela Cattaruzza, ad di Ocean. L’insediamento di un presidente dell’Autorità portuale permetterebbe anche di far progredire l’iter su due questioni, care agli operatori, che guardano a un contesto geografico ancora più ampio di quello triestino: l’Imec e il Middle Corridor, i due corridoi citati ieri sera nei saluti istituzionali, che hanno in Trieste il punto di approdo fondamentale verso l’Europa.

A tal proposito non è sfuggita a Francesco Parisi, presidente di Parisi Group e alla guida dell’associazione Trieste Summit sorta proprio per promuovere la candidatura dello scalo giuliano al progetto Imec, la partecipazione del viceministro sempre nella giornata di ieri a una conferenza sul corridoio economico che dovrebbe collegare India, Golfo e Mediterraneo. «Rixi ha detto chiaramente che l’Imec parte da Trieste perché Trieste è l’unico porto che può offrire uno sbocco in Europa e nel futuro gli altri porti godranno dei volumi. Noi siamo capofila e mi sembra che sia un risultato importante per Trieste», ha sottolineato Parisi. Registrando anche la nuova apertura sulle tempistiche per il rinnovo delle presidenze dei porti: «Mi sembra incoraggiante che abbia detto che non partirà per le vacanze prima delle nomine». Si torna a casa più sereni? «Speriamo».

Un clima di attesa che coinvolge anche chi al porto è arrivato a portare innovazione. Pietro Petrucco, ad di Icop, ha apprezzato «la disponibilità a fare qualcosa di diverso. Non è molto comune in Italia: in generale è sempre molto complicato introdurre cose diverse e qui invece c’è stata questa disponibilità. Trieste ha avuto un’evoluzione assolutamente positiva e virtuosa: speriamo tutti che si vada in una direzione di continuità rispetto a quello che è stato negli ultimi anni». Anche perché, se con RoboGO si accelererà la manutenzione del Molo VII con l’ambizione di portare l’innovazione anche in altri porti, a Trieste c’è ancora tutto il capitolo sul Molo VIII da portare avanti. «La preoccupazione che abbiamo è che questi ritardi creino diffidenza in chi deve investire in un progetto di quelle dimensioni, perché la certezza e la stabilità sono fondamentale per gli investimenti. Questa è l’unica vera preoccupazione della città – ha aggiunto Petrucco – perché il Molo VIII è partito e segnerà il vero sviluppo del porto di Trieste».

Porto che, nel frattempo, sta facendo registrare ancora una volta buoni numeri. A snocciolarli ieri sera è stato il capitano di vascello Luciano Del Prete, comandante della Capitaneria di Porto e direttore marittimo del Friuli Venezia Giulia. «Siamo il primo porto in Italia per quantitativo di merci trasportate. La banchina del Molo VII ha ospitato lo scorso anno oltre 600 navi portacontenitori con un movimento di 750 mila container», ha ricordato Del Prete, salutando con favore la «vincente sfida» proposta dall’Impresa Taverna con il gruppo Icop di lavorare senza interrompere la continuità operativa del terminal e senza impiegare lavoratori subacquei in ambienti critici e rischiosi.

«Abbiamo avuto la fortuna di trovare quattro “folli”, che hanno detto “sì, si può fare”. A quel punto abbiamo presentato il progetto all’Autorità di sistema portuale», ha detto il presidente di Icop, Vittorio Petrucco. Al progetto hanno preso parte 380 persone e 83 fornitori diversi e sono state necessarie 350 mila ore uomo per portare a compimento le diverse fasi di progettazione, collaudo, lavorazioni meccaniche, montaggi e test in campo. «È una macchina più complicata di quello che si vede: pensate solo che ci sono 15 mila metri di cavi elettrici»

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