Triolo: «Mi dimetto per protesta Le Medicine sono in declino»

Lascia il direttore della prima Medica di Cattinara, deluso per mancanza di personale: «A nulla valgono tanta cultura e dedizione»
L'ospedale di Cattinara
L'ospedale di Cattinara

«Mi sono dimesso per protesta. Ho anticipato la pensione. Nell’ottobre dello scorso anno avevo chiesto al direttore generale più personale per la prima Medica, che ha 72 letti più 10 di post-acuzie, pazienti raddoppiati in due anni, casi sempre più acuti. Per risposta mi sono stati tolti ancora un medico, un infermiere, una caposala, e medici all’ambulatorio di Reumatologia (eravamo in 5 e sono rimasti in 2, e i pazienti sono tanti che abbiamo liste d’attesa di 9 mesi). L’avevo promesso alla mia équipe, se non riesco a dare migliore assistenza ai pazienti, me ne vado. Non sono riuscito, e me ne sono andato». Lelio Triolo, 66 anni, direttore appunto della prima Medica di Cattinara, due lauree, 5 specializzazioni, 6 idoneità e abilitazioni fra l’altro in Psicoterapia, ha sfogato la sua amarezza con una lettera di dimissioni al direttore Francesco Cobello e fra tutte le delusioni cita anche la riforma in corso del dipartimento delle Medicine «che si stanno trasformando in reparti specialistici, con ciò tradendo l’espressione massima della medicina internistica che è quella di avere una visione globale del paziente, di fare una diagnosi partendo da sintomi, per “poi” passare il caso allo specialista». La riforma è nelle mani di Claudio Tiribelli, capo del dipartimento, «un amico - dice Triolo - con cui amabilmente sono in disaccordo, uno specialista messo a dirigere un dipartimento che specialistico non è. A parte il fatto che io mi sono sentito sottoutilizzato, che non mi sono state accettate le proposte di aprire a costo zero ambulatori di allergologia e flebologia, è proprio la gloriosa storia del reparto che va continuamente declinando, senza che si veda un progetto e soprattutto un vantaggio per il paziente: servirebbero almeno 20 unità di personale per coprire adeguatamente tutti i turni, in un reparto che ha due piani. Ho capito l’antifona, me ne vado». Triolo, che vanta tutti i suoi titoli di specializzazione, le pubblicazioni, e che non si sottovaluta (nel suo curriculum cita anche capacità informatiche e narrative e con una punta d’ironia scrive: «Nonostante le apparenze, il suo guadagno orario è la metà della pretesa del suo idraulico») ha un’ultima punta di dolore: «Dopo 40 anni di ospedale, di fedeltà, di risultati eccellenti, di lodi e superlodi, non mi hanno nemmeno fatto primario emerito. Un disconoscimento che è un pessimo esempio anche per i medici giovani: né la cultura, né l’impegno hanno valore, allora quali sono i valori inespressi di questa Azienda ospedaliera?».

Una crisi a tutto tondo. «Triolo è un medico bravissimo, che stimo moltissimo - risponde Tiribelli -, tutte le Medicine sono sotto-organico, ma la direzione (con 14 milioni di finanziamento in meno) sta facendo i salti mortali. E ciò che conta è il risultato, i pazienti sono curati mediamente bene. Ognuno di noi ha perso qualcosa, la mia Clinica del fegato ha 2 persone e mezza per 7000 visite all’anno. C’è stata una riduzione enorme di personale dappertutto. Ma bisogna ragionare e lavorare assieme, non ciascuno per sè».

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