Troppo smog, blocco soft del traffico

di Gianpaolo Sarti
Pochi agenti in giro, nessun pugno di ferro e zero multe. A Trieste va di scena il blocco del traffico “soft”. Una scelta voluta, ammette il Comune per voce del comandante della Polizia locale Sergio Abbate e dell’assessore all’Ambiente Umberto Laureni, e testimoniata dai numeri dell’attività dei vigili: a sera il bilancio parlava di una ventina di auto controllate e nessuna irregolarità accertata.
Partenza quantomai morbida, dunque, per il divieto di circolazione in centro a causa dei livelli in smog raggiunti nell’atmosfera in questi giorni. Bastava fare quattro passi, infatti, per accorgersi che l’ordinanza firmata da Roberto Cosolini è restata perlopiù lettera morta: automobili di ogni tipo, difficilmente ascrivibili agli Euro 4-5-6 consentiti, percorrevano liberamente la città. L’ordinanza della giunta prevedeva lo stop veicolare a partire dalle tre del pomeriggio di ieri, fino alle otto di sera. Così per oggi e domani, con la raccomandazione di ridurre il più possibile i consumi da riscaldamento nelle abitazioni. Una decisione che ha preso le mosse da una comunicazione dell’Arpa, secondo cui «persisteranno condizioni di ristagno atmosferico con il probabile superamento dei limiti di legge relativi alla concentrazione giornaliera di Pm10 di 50 microgrammi per metro cubo d’aria». Stando all’ente regionale, la cappa di smog e umidità starebbe soffocando Trieste da lunedì scorso e, in base alle previsioni, si sarebbe protratta fino a ieri. Il vento atteso per ieri sera è servito ben a poco; non abbastanza, almeno, per riportare i valori nella norma.
Ieri nel tardo pomeriggio non era difficile scorgere vecchie Fiat o sgangherate Renault un po’ dappertutto. Certamente in Piazza Goldoni, via Carducci e via Milano, per fare qualche esempio. Che il Comune abbia preso un abbaglio? Dov’erano i vigili? C’erano, in realtà, ma non a presidiare i varchi che delimitano il perimetro in cui è permesso o meno spostarsi in auto. «Per fare questo non abbiamo abbastanza personale e quindi è impossibile organizzare un filtro del genere - rileva il comandante Abbate -. Ma questo non significa che non è stato fatto nulla, tutt’altro». I controlli erano a campione: «C’erano pattuglie in giro, all’interno della zona vietata». Ma c’è un altro problema a monte, che spiegherebbe la “manica larga” con cui ci si sta muovendo. «È vero - premette l’assessore Laureni - in effetti il personale è quello che è, in ogni caso il primo giorno cerchiamo sempre di dare il tempo alla gente di informarsi adeguatamente sul divieto. C’è comunque un altro aspetto di cui tener conto ed è il sistema di calcolo sull’inquinamento e sul quale si stabilisce il blocco. Il calcolo avviene sui dati preventivi che ci arrivano dall’Arpa-Osmer su un arco di tre giorni. Da agosto, tuttavia, il sistema di rilevazione è fuori uso. In sostanza - chiarisce Laureni - secondo gli obblighi di legge ci basiamo su dati Arpa, anche se il meccanismo su cui si fondano non è sicurissimo perché è meno sofisticato di quello di cui dovremmo disporre». Il blocco, anche oggi, è “formalmente attivo” e si affida «alla collaborazione della gente», visto che la salute interessa tutti.
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