Troppo vecchi, vietato il lavoro a bordo

La paradossale vicenda di due arredatori navali ancora “giovani” per la pensione. Da Fincantieri una mezza via d’uscita
Di Giulio Garau
Altran Monfalcone-17.09.2011 Cambio di Bacino-Carnival Breeze-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Altran Monfalcone-17.09.2011 Cambio di Bacino-Carnival Breeze-Fincantieri-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

Troppo vecchi per salire a bordo a lavorare sulle navi di Fincantieri, troppo “giovani” per andare in pensione secondo le nuove regole fissate dal ministro Elsa Fornero. Carmelo Bonomo, 66 anni, Arcangelo Belluardo, 65, entrambi siciliani, falegnami e arredatori di interni, da quando hanno terminato la loro opera su una delle ultime navi a Monfalcone, la Carnival Breeze, sono a casa senza lavoro. Carmelo è in cassa integrazione, Arcangelo in mobilità. Speravano di tornare a lavorare in autunno, la ditta li ha ricontattati qualche settimana fa, ma era un falso allarme. «L’azienda aveva ricominciato a preparare le pratiche per riprendere il lavoro - raccontano - ma il titolare ci ha telefonato, per dirci che Fincantieri ha bloccato tutto perchè abbiamo compiuto 65 anni. Non possiamo più lavorare a bordo a quest’età, hanno paura che ci succeda qualcosa».

Non possono nemmeno avvicinarsi alla nave, l’unica deroga è per lavori non pesanti, ma in cantiere. «E cosa facciamo noi che siamo falegnami in cantiere? - chiede battagliero Carmelo - Non serviamo a nulla, cosa ci pagano per controllare le gomene? È il nostro mestiere che dobbiamo fare e basta. Ora come facciamo ad andare avanti?».

La pensione non è proprio dietro l’angolo, Carmelo potrebbe andarsene l’1 aprile 2013, ma non ne ha alcuna voglia. «Mi hanno fatto i conti e mi hanno detto che posso andare, ma la legge Fornero in realtà mi ha allungato un anno. E io, se resto in salute, ho voglia ancora di lavorare almeno un altro anno per motivi economici».

Per Arcangelo la pensione scatterebbe a fine 2013, tra un anno, ma anche lui avrebbe voglia di continuare: «Pure io ho problemi economici - dice - ho lasciato la casa che avevo in affitto, ho rimandato mia moglie giù in Sicilia e ora sono ospite in casa di mia figlia, finchè posso. Sono 12 anni che lavoro in quella ditta, ho lasciato il mio laboratorio di falegname per dedicarmi alla passione degli arredi di nave».

Carmelo, originario di Avola, è a Monfalcone dal 1998, Arcangelo invece è salito al Nord, dalla zona di Ragusa, un anno prima, nel ’97. «Se la legge avesse detto che si è obbligati ad andare in pensione a 65 anni non c’erano problemi - spiegano - magari con rammarico ma saremmo andati contenti. Ma ora grazie alla Fornero siamo esodati anche noi e come facciamo a tirare avanti in queste condizioni fino quando non matura la pensione? Abbiamo figli e famiglia».

Erano disperati Carmelo e Arcangelo e sono andati dai sindacati a chiede aiuto: «Ci hanno detto che dobbiamo denunciare la situazione - aggiungono - ma non possiamo attendere alla nostra età qualche anno dopo aver fatto causa per ottenere giustizia. Noi vogliamo lavorare». Non sapevano davvero più cosa fare e hanno deciso: «Andiamo al giornale per raccontare quanto sta accadendo, ci daranno una mano a fare un po di rumore».

Ma dare una possibile via d’uscita ieri è stata ieri, la stessa Fincantieri. Basterebbe che Carmelo e Arcangelo, attraverso le ditte, facessero accurati esami medici, sottoponendosi a test clinici, per dimostrare la loro idoneità a fare il loro lavoro di arredatori e che non ci sono rischi se sottoposti a stress. Nessun diktat e nemmeno nessuna legge di divieto, tutto è iniziato un paio di anni fa quando un 66enne di una ditta in un cantiere di Sestri Ponente, a bordo di una nave, dopo un malore è deceduto. È morto per infarto e per la Fincantieri sono sorti grandi problemi pur non avendo responsabilità. Da allora c’è grande attenzione per evitare al massimo gli infortuni anche sul fronte dello stress al lavoro, ed è stata fatta una direttiva che limita gli ingressi a bordo se gli operai che fanno lavori a rischio hanno più di 65 anni.

In realtà nello a bordo, a cominciare da diversi titolari delle stesse aziende dell’indotto, entrano e salgono molte persone con più di 65 anni. E ci sono dipendenti Fincantieri che ne hanno anche 70. Ma, spiega l’azienda, hanno mansioni particolari di controllo, ufficio, supervisione. Molto preziose, ma non fanno lavori pesanti o a rischio. Per chi ha bisogno c’è appunto la possibilità di fornire alla Fincantieri, che punta alla massima sicurezza, gli esiti di accertamenti medici più approfonditi. Non tutte le ditte però sono disposte a farlo e in realtà anche Carmelo e Arcangelo non avrebbero avuto bisogno di farlo se non avessero interrotto il loro rapporto di lavoro con la ditta, nessuno li avrebbe fermati anche se con più di 65 anni.

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