Truffa online con falso avviso di garanzia

TRIESTE Un falso avviso di garanzia per catturare dati sensibili come le password di accesso per i conti bancari. Avviso inserito in una mail con il logo della procura della Repubblica, nella quale viene annunciato l’apertura di un procedimento penale con le accuse di evasione fiscale e riciclaggio di denaro. Abbastanza per far impallidire dallo spavento i destinatari.
Il testo in effetti è da brivido, soprattutto se il destinatario non conosce i metodi e le prassi operative della giustizia. «La presente - si legge nella mail incriminata - per comunicarle che il suo patrimonio immobiliare, così come il suo conto corrente bancario, verranno posti in arresto con l’accusa di mancato pagamento delle imposte e concorso in riciclaggio di denaro, ad effetto della causa, l’arresto entra in vigore dal 31/05/2016». L’”indagato” - così è scritto - «rischia l’arresto entro un giorno e il blocco di tutti i conti correnti e delle proprietà immobiliari».
Vittima di questa comunicazione è stato un imprenditore triestino non più giovanissimo che, dopo aver letto l’e-mail firmata Procura della Repubblica, si è sentito male. Anche perché in passato non aveva mai avuto problemi con il fisco o con la giustizia. Sopraffatto dallo spavento, non ha realizzato subito che la Procura non invia le notifiche di quel tipo per posta elettronica. Solo in un secondo momento si è reso conto di trovarsi davanti a una comunicazione quantomeno strana. Si è rivolto quindi alla polizia postale, dove ha sporto denuncia. E le indagini sono scattate immediatamente.
Nella mail spedita all’imprenditore figuravano anche un fantomatico numero di pratica e un link in cui trovare le informazioni su come ricorrere in appello, il nominativo del giudice inquirente per la causa, la data e il luogo in cui si svolgerà il processo. Infine un messaggio lapidario, pensato per mettere ancora più paura al malcapitato destinatario: «In caso di sentenza di condanna, le verrà confiscata ogni proprietà e rischia una condanna fino a 15 anni di reclusione».
Ma ecco il trucco. In calce al testo della falsa e-mail della Procura c’è un link su cui cliccare per avere maggiori informazioni. Dopo un simile colpo difficile non farlo. E qui scattono i guai. Perché non si tratta di un autentico atto giudiziario, bensì di un tentativo di installare virus nel pc del destinatario, proprio per rubare le password degli account e il numero della carta di credito. «Naturalmente in preda al panico, seppur sapendo di essere assolutamente innocente - si legge nella denuncia presentata alla polizia postale - ero fortemente tentato di aprire il collegamento. Per fortuna non l’ho fatto. Altrimenti avrei perso tutti i dati del mio computer».
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