Truffa via sms, anziana di Grado ci casca: spariti 600 euro

Era stata contatta da un’utenza non nota che asseriva la perdita del telefonino di un parente stretto. La denuncia all’Arma

Tiziana Carpinelli

«Ciao mamma, ho perso il telefono...». Nel mondo delle truffe, un nuovo canovaccio s’insinua sul territorio: il messaggio che invita un parente stretto a mettersi in contatto con l’utenza non presente in rubrica per risolvere un’urgenza personale, ovviamente in cambio di denaro. C’è cascata, purtroppo, un’anziana gradese, che credendo erroneamente un suo congiunto vittima della perdita di un cellulare s’è persuasa a ricaricare allo sportello la postapay di uno sconosciuto malintenzionato con la somma di 600 euro, sollecitata dall’asserito parente stretto per l’acquisto di un nuovo smartphone.

La denuncia ai carabinieri

Alla pensionata di 74 anni, residente sull’Isola, non è rimasto altro che rivolgersi lunedì ai carabinieri della locale compagnia, quando ha capito di esser stata raggirata, per sporgere denuncia di truffa contro ignoti. L’attività investigativa, sempre molto complessa quando si tratta di trappole informatiche, poiché le carte ricaricabili spesso sono intestate a terzi all’oscuro della vicenda oppure gli iban forniti non direttamente risultano associati ai malviventi, è già in corso.

Nuova tecnica

Dunque dopo l’imbroglio del finto incidente debutta nell’Isontino, con la prima vittima ufficialmente nota, il nuovo modus operandi: l’invio di un messaggino con l’invito a richiamare o mandare un messaggio su un altro numero perché s’è perso o si è rotto il telefonino. Una scusa plausibile, in virtù dell’indispensabilità ormai assunta dal cellulare nella vita di tutti. È così gettato l’amo con cui agganciare la vittima nella truffa via smartphone, spesso rivolta ai genitori. L’sms è in genere dai toni allarmanti e sollecita la persona contattata ad attivarsi, seguendo pedissequamente le istruzioni. Cosa che invece non va assolutamente fatta, anche perché l’epilogo finale è sempre l’insolita richiesta di denaro, magari attraverso la ricarica di una carta prepagata o peggio la richiesta delle credenziali del proprio conto corrente: altrove è avvenuto anche questo.

Sottratti 600 euro 

Qui si sono invece domandati 600 euro, motivando l’esigenza con la necessità di acquistare un nuovo telefonino perché appunto il vecchio era andato smarrito. Difficile, poi, risalire alla fantasiosa mente che ha messo in atto il raggiro: spesso chi si specializza in simili “imprese” ricorre a telefoni criptati o comunque alla fine, per le forze dell’ordine che inseguono la pista online, è molto difficile risalire ai veri indirizzi IP, l’etichetta che identifica univocamente il nodo in una rete di computer.

 

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