Truffa sulle polizze delle auto d’epoca Processo da rifare

Il giudice accoglie l’eccezione delle difese: rinviati gli atti al pm per la riformulazione del capo di imputazione Sotto accusa due triestini
La.bo.
Bumbaca Gorizia 21.04.2018 Raduno auto d'epoca © Fotografia di Pierluigi Bumbaca
Bumbaca Gorizia 21.04.2018 Raduno auto d'epoca © Fotografia di Pierluigi Bumbaca

La tesi dell’accusa è quella di truffa in concorso ai danni di Allianz sul pagamento delle provvigioni. La vicenda, risalente a un periodo antecedente al 3 giugno 2014, fa riferimento a una serie di polizze relative ad auto storiche e d’epoca legate a convenzioni con i club del settore. In sostanza, i contratti assicurativi effettuati dall’agenzia goriziana al centro dell’inchiesta erano frutto di intermediazioni. Polizze sottoscritte da proprietari di veicoli della nostra regione, nel centro e sud Italia. L’ultima udienza è stata contrassegnata dalla regressione del procedimento: in pratica il processo è da rifare, a partire dal capo di imputazione. Il giudice monocratico Francesca De Mitri ha accolto le eccezioni delle difese rinviando gli atti al pm per la riformulazione del capo di imputazione. La Procura, con il pm Valentina Bossi, aveva disposto la citazione diretta, saltando quindi l’udienza preliminare. A processo sono Domenico Petito, 68 anni, di Gorizia, operante nell’agenzia isontina per conto di Allianz, Marino Glavina, 64, di Trieste, Davide Glavina, 38, triestino residente a San Dorligo, Katia Scigliano, 37, di Crotone (Calabria), Andrea Scarciglia, 31, di Crotone, Fabio Gallo, 40, di Minturno (Lazio), Bruno Aniello Abbatiello, 66, Sant’Agata De’ Goti (Campania), Federica Gabba, 51, di Castelnovo di Sotto (Emilia Romagna), Gian Piero Flamini, 72, di Cerveteri (Lazio), Raffaele Vincenzo Picillo, 61, di Maddaloni (Campania).

L’accusa è quella di «aver indotto in errore» Allianz procurando un «ingiusto profitto a sè e almeno a Petito, con danno alla compagnia versando le relative provvigioni». Per gli altri si contesta un’intermediazione senza iscrizione al Registro unico degli intermediari, e l’«aver ricevuto importi versati a titolo di premio assicurativo dai contraenti» con «polizze stipulate secondo le tariffe previste per i veicoli di interesse storico e collezionistico sulla base di documenti non corrispondenti al vero». In termini generali, in questo procedimento si parla della proposta di preventivi, polizze e riscossione di somme di denaro corrispondenti ai premi assicurativi. I difensori sono gli avvocati Paola Ginaldi (Petito), Fabio Zamparutti (Gabba), Giuliano Loiudice (Marino e Davide Glavina), Luigi Cosenza (Scigliano e Scarciglia), Vincenzo Cortellessa (Gallo e Picillo), Eva Scialdone e Ottavio Romano (Abbatiello), Matteo Aruta (Flamini). Tra le eccezioni sollevate dalle difese l’indeterminatezza dell’imputazione e la non chiara quantificazione del numero di polizze stipulate. Dai legali è stata così richiesta la nullità del capo d’imputazione.—la.bo.

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