Truffe all’esame della patente, il suggeritore da 4 mila euro che fornisce le risposte

Le disposizioni del Ministero per contrastare il fenomeno 

 

Laura Tonero
Una patente e un libretto
Una patente e un libretto

Lo scorso anno un’inchiesta giornalistica aveva fatto venire a galla il sistema del mercato delle patenti. Era emersa una vera e propria rete, che a fronte del pagamento di una quota tra i 3 mila e i 4 mila euro, indicava le città dove tentare l’esame e forniva il servizio del “suggeritore a distanza”. Che durante la prova teorica forniva le risposte esatte. A stretto giro il ministero delle Infrastrutture aveva emanato una circolare, che definiva gli strumenti da adottare nelle sedi d’esame a contrasto del fenomeno. Introducendo l’obbligo per tutti i candidati di indossare «camici monouso a maniche lunghe in tessuto non tessuto con polsino in maglina del tipo in uso in ambito sanitario». Questo perché i truffatori inseriscono sotto agli abiti il sistema tecnologico, con tanto di telecamerina che riprende lo schermo dove sono riprodotti i test. Il “suggeritore” riesce così a leggere le domande e a fornire le risposte al candidato.

Inoltre, considerato che i sistemi di comunicazione con l’esterno possono essere nascosti, oltre che negli indumenti, anche negli accessori di abbigliamento (occhiali, orologi, bracciali, anelli, orecchini, collane) è stato disposto il divieto di ingresso in aula con oggetti di questi tipo.

La circolare indica anche la necessità dell’attivazione di un servizio di guardie giurate con metal detector, di sistemi di videosorveglianza e di disturbo delle frequenze, oltre alla necessità di una costante ronda tra le postazioni di esame.—

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