Turismo, "voltare pagina. Basta con sagre e mercatini"
Il programma della gallerista eletta al vertice di Federalberghi al posto di Lanci: bisogna creare eventi d’arte e letterari, puntare sull’attività congressuale e su “pacchetti” con itinerari certi

TRIESTE.
«La politica locale, di livello troppo basso e sempre populista, sta privilegiando da anni manifestazioni provinciali, sagre e mercatini degni di un paese dell’Est. Boicottate le iniziative di grande respiro internazionale, mentre ci troviamo a scusarci coi turisti per le bancarelle da sagra paesana». Con queste vigorose premesse, e non meno vigorose promesse di riscrittura totale del panorama cultural-turistico di Trieste, Cristina Lipanje è riuscita a farsi eleggere a capo di Federalberghi, la costola di Confcommercio finora guidata da Guerrino Lanci e passata per le folate di contestazione del loro collega Manuel Costantin, che alla fine ha disdetto la sua iscrizione e fatto la scelta di campo per Confindustria.
Mostre d’arte, eventi d’arte e letterari, manifestazioni su scienza, sport e gastronomia, attività congressuale con sedi certe, itinerari in Carso, «pacchetti» con proposte riconoscibili, più materiale illustrativo, adeguata segnaletica sugli alberghi («invano chiesta alla passata ammninistrazione»), una drastica ristrutturazione del quartiere dietro la stazione «che contiene 8 alberghi storici, e 300 posti letto in edifici bellissimi, ma in strade sporche e malfrequentate», in più sinergie con ristoratori, palestre, strutture di tennis, equitazione e trekking sono le cose per cui Lipanje vuole fare «lobbing» sugli enti cittadini e regionali: «È necessario scrivere l’identità attuale e competitiva di Trieste» afferma.
Il personaggio ha una storia che le consente oggi di dettare qualche regola. Nata a Trieste nel 1954, laureata in Lingue a Bologna, vissuta per un periodo in Inghilterra, esperta anche in francese, spagnolo, tedesco (lo sloveno è in studio), campionessa di sci ed equitazione in gioventù, con Marco Puntin fondatrice della galleria d’arte contemporanea «LipanjePuntin» che ha girato anche il mondo e aperto per un periodo una costola in Campo de’ fiori a Roma, Lipanje viene da una famiglia di albergatori: il nonno materno co-proprietario dell’hotel Abbazia, il padre proprietario dell’attiguo Colombia, che Cristina ora dirige con la sorella Daniela, e del Continentale, lo zio gestore del Savoia negli anni Settanta, i suoi stessi esordi professionali in un altro albergo di famiglia, a Merano.
«C’erano molti candidati alla guida della categoria - dice -, alla fine sono rimasta io. Penso che dobbiamo assolutamente rilanciare Trieste, è vero che ci sono più turisti, ma sono del genere che non porta ricchezza, puntano molto al ribasso, quest’inverno c’è stata una crisi fortissima. Ma adesso la nuova amministrazione mi sembra molto attenta a queste politiche, ho già parlato anche col nuovo assessore alla Cultura, Andrea Mariani, che vuole aprire Trieste a eventi di spessore e di livello internazionale». Per Lipanje è il segmento «culturale», e anche più ricco, che Trieste deve saper catturare, un «turismo intelligente - dice - fatto di persone che viaggiano per seguire mostre d’arte, festival di cinema, opere liriche con cast di grandi cantanti, manifestazioni letterarie, spettacoli teatrali d’avanguardia, eventi scientifici».
Mentre dilagano i «bed and breakfast» (che non fanno parte di Federalberghi), e mentre viene invocata una maggiore collaborazione con Promotrieste, il Comune e la Turismo Fvg («che ci manda 50 dépliant alla volta e non abbiamo che cosa distribuire ai clienti»), Lipanje racconta anche che il turismo è ripreso subito dopo le elezioni: «Come se la gente avesse intravisto una speranza nuova». Lei stessa afferma che in piazza, dopo l’elezione di Cosolini a sindaco, ha visto «talmente tanta gente ridere, allegra, come non succedeva da anni».
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