Tutela e nuovo gestore: la rinascita della pasticceria Pirona a Trieste

TRIESTE Il salvataggio della pasticceria Pirona è alle battute finali. Lo scorso 11 ottobre la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia per archeologia, belle arti e paesaggio ha dichiarato l’interesse culturale dell’immobile e degli arredi dell’antico esercizio pubblico di largo Barriera.
Oggi quel gioiello che Trieste rischiava di perdere è tutelato e il vincolo è tale che la Soprintendenza prevede un suo preventivo via libera persino per lo spostamento, all’interno, di qualche mobile. È stata così scongiurata la possibilità che un qualsiasi gestore si svegli al mattino con l’idea di vendere un pezzo del mobilio o di affidare quegli spazi a chi ne volesse fare un negozio di telefonia oppure una toelettatura per animali.
La Soprintendenza, vincolando in toto immobile e arredi, ha di fatto vincolato anche l’attività: è stato in pratica stabilito che dovrà essere compatibile con la storia del luogo e del bene. Nessuno potrà più distruggere quel patrimonio della città: per la salvaguardia di Pirona si sono mobilitati centinaia di triestini. Seppur postuma, a chiusura avvenuta, la tutela dunque è arrivata.
Ora manca il passaggio che ridarà vita a quel locale attivo fin dal 1900 e tanto amato da Joyce. Sono in corso le trattative per assegnare l’attività a una nuova società. L’unica proposta concreta arrivata sul tavolo di Unicredit Leasing, proprietaria dei muri, e della Fondazione CRTrieste che acquistando gli arredi ha salvato in extremis quel patrimonio impedendo che volasse Oltreoceano, è quella di Paolo Fontanot, titolare de Il Pane Quotidiano. Fontanot ha già manifestato l’interesse, avanzando anche un’offerta economica, per l’acquisto sia dell’immobile che degli arredi. Il costo di questi ultimi, indicativamente, si attesterà sulla cifra che la Fondazione CRTrieste ha corrisposto a inizio estate alla famiglia De Marchi per rilevare e di fatto salvare il mobilio: 35mila euro.
Per la cessione degli arredi, inclusi il bellissimo lampadario e l’orologio in stile Liberty, non sembrano esserci problemi. Ora che la tutela della Soprintendenza garantisce sul loro futuro, la Fondazione CRTrieste, intervenuta in una situazione di emergenza, non pone problemi per la loro cessione a Fontanot. Il testimone, dunque, ora passa nella mani di Unicredit Leasing che dovrà decidere se accettare l’offerta economica del titolare de Il Pane Quotidiano o se mediare per arrivare a una cifra che soddisfi sia il venditore sia l’acquirente, oppure ancora se scegliere un altro acquirente o se dare la struttura in locazione.
Intanto Unicredit Leasing, come si legge sul cartello appeso alla vetrina di Pirona, ha affidato la gestione dell’immobile a Finint Revalue, la spa specializzata nei servizi di credit management e di gestione degli asset oggetto di finanziamento con particolare focus al mondo immobiliare. La scorsa settimana è stato organizzato un sopralluogo nel locale. Presenti i rappresentanti di Unicredit Leasing, Fondazione CRTrieste, della Soprintendenza e anche Paolo Fontanot de Il Pane Quotidiano.
Una conferma implicita del fatto che le trattative sono certamente in corso e che ad oggi non ci sono altre realtà ad aver manifestato un interesse tale da giustificare la loro presenza in quel contesto. Fontanot ha potuto così visionare la struttura e rendersi conto dell’investimento necessario a far ripartire l’esercizio. La sua manifestazione di interesse è finita sul tavolo di Unicredit Leasing e di Fondazione CRTrieste tre mesi fa. Il suo progetto è quello di mantenere la tradizione di Pirona, di non stravolgere la sua storicità e la sua attività di caffetteria e pasticceria alla quale affiancherebbe quella di panetteria.
Chi rileverà l’antica pasticceria di largo Barriera, sobbarcandosi l’investimento dell’acquisto di arredi e muri e tenendo anche conto della tutela della Soprintendenza che impone certe scelte anche nella riqualificazione del locale, dovrà studiare un business plan in grado di consentire alla gestione un giro d’affari utile a sostenere l’impegno economico affrontato. «Il mio progetto è quello di far refrigerare tutte le vetrine esterne per esporre piccola pasticceria decorata ad arte – aveva anticipato appunto Fontanot –, inoltre vorrei sistemare all’interno un forno in ghisa e ferro battuto Michae Wenz del 1919 per proporre ai clienti il pane caldo, appena sfornato».
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