Uccise la fidanzata a Staranzano, condannato a 14 anni

A 4 giorni dalle nozze, l’ex cantierino Claudio Varotto colpì con 19 coltellate Rosina Lavrencic. Pena ridotta dal rito abbreviato
Di Franco Femia
Bonaventura Monfalcone-07.06.2012 Omicidio Staranzano-Claudio Varotto-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-07.06.2012 Omicidio Staranzano-Claudio Varotto-foto di Katia Bonaventura

Claudio Varotto, l’ex cantierino di 57 anni che otto mesi fa a quattro giorni dal matrimonio uccise a coltellate la compagna Rosina Lavrencic, è stato condannato a 14 anni di carcere.

Il gip del tribunale di Gorizia Paola Santangelo - il processo si è svolto con il rito abbreviato - ha accolto in toto la richiesta avanzata dal pubblico ministero Enrico Pavone.

A Varotto sono state riconosciute le attenuanti generiche per la collaborazione svolta con gli inquirenti dopo l’omicidio e ha goduto anche dello sconto di un terzo della pena per aver scelto un rito alternativo.

L’uomo è stato anche condannato a pagare a titolo definitivo 25mila a ciascuna delle due sorelle, assistite dall’avvocato Rossanna Gregolet. In aula ieri anche le due figlie della vittima , alle quali - assistite nel processo dall’avvocato Massimo Bianca - il giudice ha concesso una provvisionale immediatamente esecutiva di 150mila euro a testa. Varotto ha comunque da tempo offerto in garanzia la propria casa per pagare le parti civili.

I difensori, gli avvocati Fabio Russiani ed Elisa Berlasso, hanno sottolineato nelle loro arringhe come a Varotto dovevano essere concesse le attenuati tenuto conto che fin dall’inizio aveva ammesso ogni responsabilità e tenuto un comportamento collaborativo nel corso dell’intera indagine. Pur ritenendo equa la pena inflitta dalla dottoressa Santangelo, i due legali si sono riservati la decisione di presentare appello dopo aver letto le motivazioni della sentenza.

Varotto era presente al processo e ha seguito tutte le fasi accanto ai suoi difensori. Al termine dell’udienza è stato riaccompagnato nel carcere di via Barzellini, ma nei prossimi giorni ritornerà nel penitenziario di Secondigliano, a Napoli, l’unico in Italia ad avere un centro clinico in grado di poter curare Varotto, la cui salute malferma è stata ritenuta incompatibile con la detenzione in un carcere normale.

Pochi giorni prima dell’omicidio, Varotto era stato sottoposto a un intervento chirurgico che ne aveva minato la salute, ma che non è stata la causa del raptus che lo ha portato a uccidere la sua donna. Rosina e Claudio convivevano da dieci anni nella casa di Staranzano ed avevano già fissato le nozze che dovevano celebrarsi nel municipio di Staranzano.

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