Udine, l'autopsia: l'uomo è stato ucciso ma non soffocato

Il procuratore del Tribunale dei minori: "Certa l'azione di terzi". Il gip deve decidere sullo stato di fermo delle ragazzine autoaccusatesi del delitto: non sarebbe previsto il carcere ma un «collocamento comunitario». Sequestrate le pagine facebook delle due quindicenni, che nella fuga hanno utilizzato il bancomat della vittima

Mirco Sacher, il 67enne di Udine trovato cadavere in un campo alla periferia del capoluogo friulano, «sicuramente non è morto di morte naturale» quindi «ci troviamo davanti ad un decesso che è avvenuto per cause estranee e quindi dovuto a terzi», ma «per sapere di più dobbiamo attendere la relazione completa». Lo ha detto il procuratore dei Minori a Trieste, Dario Grohmann, commentando l’autopsia sull'uomo che le due ragazzine udinesi, ora in stato di fermo, hanno raccontato di aver strangolato domenica pomeriggio.

Il problema è che fonti investigative, pur parlando di assassinio, escludono la morte per soffocamento, smentendo dunque in parte quanto raccontato dalle ree confesse.

«Per andare avanti con le indagini era interessante capire se l’ipotesi portata avanti da noi e avanzata da noi era fondata», ha concluso il procuratore. Per quanto riguarda la convalida del fermo, l’udienza è stata fissata per giovedì mattina. Le ragazzine saranno sentite nella struttura protetta triestina dove si trovano da giorni.

E' stato l’anatomopatologo Carlo Moreschi affiancato da un collega a compiere gli esami autoptici, a Udine, dove si trova la salma. Da un primo esame superficiale non erano stati trovati segni evidenti, tranne alcuni lievi sul collo. Ma per capirci qualcosa di più, visto che "il quadro è complesso - spiegano gli investigatori - bisognerà aspettare il risultato completo delle analisi".

Oggi il Gip che dovrebbe anche richiedere la convalida del fermo per le giovani. I magistrati sarebbero intenzionati, in caso di convalida, a chiedere per le ragazzine non il carcere ma un «collocamento comunitario».

Le due ragazzine hanno fatto anche un prelievo con la carta bancomat della vittima durante la fuga. Lo si apprende in ambienti investigativo-giudiziari. Il prelievo fa ritenere che le adolescenti potessero conoscere il codice della carta. Il bancomat sembra fosse custodito nel portafogli, che Sacher teneva in auto, ma non è ancora chiaro se gli sia stato sottratto con la forza o gli sia stato rubato. Negli ultimi tempi, secondo quanto si è appreso, sarebbero stati numerosi i prelievi effettuati.

Intanto, le pagine facebook delle due quindicenni udinesi che si sono accusate dell’omicidio del pensionato delle ferrovie Mirco Sacher sono state poste sotto sequestro dagli investigatori. Con ogni probabilità verrà nominato un consulente incaricato di analizzare le caselle delle due ragazzine alla ricerca di indizi utili per ricostruire la vicenda, almeno nei suoi contorni. Da quanto si è appreso, almeno una delle due ragazze avrebbe usato il social network con grande assiduità; meno l’altra. Gli investigatori ritengono che le due adolescenti possano aver affidato al loro diario on-line pensieri e confidenze utili alle indagini.

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