Ulderico Pesce porta in teatro il dramma dei morti d’amianto
La denuncia delle morti e dell’inquinamento da amianto è il tema della serata di teatro civile che vede come promotori dello spettacolo “A come amianto”, di e con Ulderico Pesce, l'Associazione degli esposti all’amianto e Carico Sospeso. Lo spettacolo, che si svolgerà domani alle 20.30 nel teatro Comunale, racconta attraverso una storia d’amore di due giovani la tragedia delle morti causate dall’amianto, tragedia simbolo di altre simili, accadute e che stanno accadendo. Con questa iniziativa si vuole ricordare che dal 22 al 24 novembre a Venezia si svolgerà la Conferenza nazionale sull’amianto.
Protagonista di “A come amianto” è l’attore e registra teatrale Ulderico Pesce, direttore del Centro mediterraneo delle arti, una compagnia teatrale sempre in prima fila nell’affrontare l’attualità con grande impegno civile attraverso la forma dello spettacolo di denuncia, uno dei pochi strumenti di comunicazione che permette a tutti noi di accedere a un’informazione indipendente.
Lo stesso Pesce ha intervistato le vedove degli operai dei cantieri «dove venivano costruite eleganti navi le cui tubature e le cui cabine venivano spruzzate con polvere di amianto per renderle ignifughe. Alcune di queste vedove - afferma - mi hanno regalato le radiografie ai polmoni che facevano ai mariti dove si evince che un polmone è del tutto scomparso».
Le associazioni Carico Sospeso, nata per risordare l’ultima vittima sul lavoro nel porto di Monfalcone, Franco Cicciarella, ed Esposti all’amianto invitano, dunque, la cittadinanza a partecipare all’evento. L’iniziativa, ad ingresso libero, si svolge grazie al contributo della Fondazione Cassa di risparmio di Gorizia ed al patrocinio dei Comuni di Monfalcone, Ronchi dei Legionari e Staranzano e della Provincia di Gorizia.
Ulderico Pesce con questa forma di spettacolo sostiene che «il teatro si debba riappropriare di quella capacità di risveglio della coscienza critica che gli era propria nell'Antica Grecia. Per questo ha senso portarlo dentro la quotidianità della gente».
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