Un angolo urbano pieno di mattoni in via Boccaccio

punti di vista
Secondo il Piano regolatore di Fabiani del 1921, il nuovo Mercato coperto avrebbe dovuto essere costruito tra corso Verdi e via Oberdan, dove già si trovava il Mercato di Frutta e Verdura bombardato in occasione della conquista della città nel 1916 e poi demolito.
Nel 1924 si prospetta l’occasione per un nuovo Palazzo delle Poste a sostituire gli uffici allora in via Garibaldi nel palazzo delle Generali, quasi a proseguire quel potenziamento delle infrastrutture cittadine deciso dalla Amministrazione asburgica agli inizi Novecento: scuole (via Cappuccini, Leopardi, Magistrali), alberghi (Südbahn in piazza Battisti, Posta in via Garibaldi, l’attuale ex Provincia sul Corso), un nuovo Palazzo comunale (Corso angolo via Crispi), Camera di Commercio (via Morelli), Seminario minore (via d’Alviano), Trgovski dom, Banca d’Austria (poi d’Italia), il nuovo Tribunale con carcere e la stazione della Transalpina il cui collegamento con il porto di Trieste avrebbe dovuto portare in pochi anni al raddoppio di Gorizia, com’era già accaduto dopo il 1860 con la ferrovia Meridionale.
Ceduto il terreno nel 1930, con progetto del noto architetto Angiolo Mazzoni (1894-1979) il nuovo Palazzo di corso Verdi in mattoni e Repen del Vallone viene inaugurato nel 1932, trasformando in un punto di nuova centralità l’incrocio con via Oberdan dove l’angolo stradale viene accentuato dal vuoto prospiciente il portico che unisce i corpi di fabbrica disposti ortogonalmente lungo le due strade. Nel frattempo dall’Ufficio Tecnico diretto dall’ingegnere Ferdinando Visintin viene costruito nel 1927 il nuovo Mercato coperto, progettato da Riccardo Del Neri (1896-1964) nello stile piacevole, ma obsoleto del Liberty d’anteguerra, in netto contrasto con la modernità del palazzo di Mazzoni che recepiva le istanze del razionalismo di regime, armonizzandosi a questo per i materiali usati, mattone a vista e bianca pietra artificiale.
Negli anni ’50 anche l’altro angolo di via Boccaccio, dove si trovava l’edificio in legno della Casa del Soldato, è interessato dalla realizzazione della nuova sede della Banca Cattolica del Veneto nella cartolina di Roberto Ballaben, istituto che si riteneva eterno come le banche. Il progetto è affidato all’architetto Mario Baresi (1909-1994), figlio del più noto Silvano Barich (1884-1958), che nel moderno linguaggio del secondo dopoguerra risolve l’angolo opposto al palazzo di Mazzoni, arretrando l’angolo in modo analogo con i due edifici a cornice di corso Verdi. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo