Un fotomontaggio su Auschwitz dall'uomo del "no" al senso unico a Gorizia

GORIZIA Ha campeggiato sul suo profilo personale di Facebook per parecchie ore, salvo poi sparire. C’era l’insegna in ferro battuto dell’ex sede delle Aziende municipalizzate paragonata alla cancellata del campo di concentramento di Auschwitz. Non bastasse: il luogo di dolore è stato, a sua volta, messo alla berlina con un fotomontaggio in cui la dolorosa scritta “Arbeit match frei” (il lavoro rende liberi) veniva sostituita dallo slogan “Andrà tutto bene”. Sopra, il commento di accompagnamento: “Trova le differenze”.
Quasi fosse uno scherzo. Nessun riferimento a dove si volesse andare a parare. Autore Lucio Gruden, amministratore del gruppo Fb “No al senso unico di Gorizia”. Non uno qualunque. Gruden è presidente di Staf (Strutture assicurative e finanziarie srl) con sede a Gorizia e con uffici in tutta la Venezia Giulia, è portavoce di “Percorsi goriziani” (gruppo che esprime in Consiglio Roberto Collini e Federico Gabrielcig, non c’è più la fuoriuscita Alessandra Zanella) e ha raccolto, alle ultime elezioni comunali, 33 preferenze, insufficienti a farlo entrare in aula. Uno che la politica la mastica eccome, anche se in quell’occasione non trovò un grande seguito. Quel fotomontaggio ha procurato un’onda di indignazione in molti cittadini e al circolo goriziano di Fratelli d’Italia in particolare.
«È assurdo che il rappresentante di una forza politica che siede in Consiglio si permetta di deridere, in un solo colpo, i morti nei campi di sterminio e, al tempo stesso, i tanti morti per coronavirus», attaccano i referenti di Fdi. Un episodio che «non può essere derubricato a leggerezza o a battuta, peraltro di pessimo gusto. Per questo, invitiamo il signor Gruden a fare pubblica ammenda e i consiglieri comunali di Percorsi goriziani a prendere recisamente le distanze. Anche se - sferzano gli esponenti di FdI - tale distanza appare già sufficientemente marcata dal recente passaggio ad altro gruppo di una stimata consigliera comunale eletta con Percorsi goriziani (Alessandra Zanella) e dalla mancata condivisione da parte degli altri due eletti delle battaglie social più disparate, spesso con linguaggio scomposto e livoroso, che vedono il signor Gruden impegnato». Nel pomeriggio, il portavoce di “Percorsi goriziani” ha fatto retromarcia, togliendo la sua creazione. E ha scritto questo messaggio.
«Chiedo scusa, ho tolto il post con le foto di due cancelli. Avevo trovato quello con scritto “Andrà tutto bene” nello stesso stile di quello delle ex aziende municipalizzate di Gorizia e avevo scritto solo “Trova le differenze”. Ma non avevo colto che fosse un montaggio di un cancello di un campo di concentramento. Ammetto che fosse stata mia intenzione, sarebbe stato un gesto di cattivo gusto e chiedo nuovamente scusa».
Gruden, peraltro, si era sentito tirato in ballo (nonostante la frase non fosse diretta a lui) dall’affermazione comparsa in un articolo del 17 febbraio in cui scrivevamo: «Nessuno scenario catastrofista da film americano da parte degli addetti ai lavori (interviste al personale di soccorso), come invece viene delineato dagli “imbonitori” di Facebook che aizzano i goriziani per farsi la campagna elettorale».
Una frase contenuta nel servizio dedicato alle considerazioni garbate e costruttive di vigili del fuoco, Croce verde, Dipartimento di emergenza Asugi sul nuovo senso unico di Gorizia. Gruden, in un testo pubblicato sempre su fb e asseritamente inviata al direttore del Piccolo (che nega di averla ricevuta) l’ha ritenuta una frase «non all’altezza del quotidiano da lei diretto, tanto genericamente accusatorio quanto palesemente indirizzato a una piccola comunità, che si è raccolta in pochi giorni attorno alla pagina Facebook “No al senso unico di corso Italia”, da me creata per sondare le opinioni dei goriziani in ordine alla nota iniziativa assunta dall’amministrazione».
In verità, quella frase non era corredata da nomi e cognomi relativamente ai destinatari e non era nemmeno indirizzata a lui e tantomeno al gruppo da lui gestito. Ieri, il caso del fotomontaggio. Che non ha bisogno di ulteriori commenti perché ognuno può elaborare un pensiero proprio sull’argomento. —
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