Un immobile sorto sul fondo «dannato» dei Ranfi

Era il maggio scorso quando si diffuse la notizia dell’avvio del cantiere nell’ex chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco, in Cavana. Un immobile dalla storia millenaria. Nel 1951 la contessa Margherita...

Era il maggio scorso quando si diffuse la notizia dell’avvio del cantiere nell’ex chiesa dei Santi Sebastiano e Rocco, in Cavana. Un immobile dalla storia millenaria. Nel 1951 la contessa Margherita Nugent Laval donò la chiesetta, già dismessa e murata, al sindaco Gianni Bartoli con precisi vincoli però di futura destinazione, a cominciare da una riconsacrazione a San Rocco e una riapertura al culto cattolico. Una destinazione religiosa perché l’edificio di via San Sebastiano 3 è sorto sul fondo «dannato e vacuo» dei Ranfi. Marco Ranfo console del Comune di Trieste e sospetto templare nel 1313 fu mandato a morte insieme ai suoi figli maschi, forse perché traditore a favore di Venezia. La sua casa in Cavana fu distrutta con spargimento di sale e la riserva di non poter più edificare in quel luogo.

Nel 1871 l’immobile passa in eredità a Regina Abriani e quindi a Margherita Nugent Laval che appunto nel 1951 la cede al Comune con un atto di donazione congiuntamente all’edificio adiacente, il palazzetto Leo dove dal 2001 il Comune ha sistemato il Museo d’arte orientale della città. Anche in quel caso infatti si trattò di un uso vincolato e la condizione era che il palazzetto «fosse integralmente adibito a scopi di educazione e istruzione in funzione del Civico museo di storia e arte di Trieste». Il 27 giugno 1951 la contessa Margherita Nugent Laval al tempo residente a Firenze andò dal notaio e dichiarandosi negli atti «agiata» riferì di essere in possesso dei due edifici, che intendeva donare, per una lunga vicenda ereditaria che risaliva alla famiglia patrizia dei Leo, una delle tredici casade fondatrici di Trieste.

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