Un ponte tra la Diga e il Molo zero

Lo ha progettato il gruppo D’Arcano, costo previsto attorno al milione di euro

È pronto il progetto per il ponte mobile che il gruppo D’Arcano si propone di costruire tra la Diga Vecchia e il Molo zero (davanti al Magazzino 26 in Porto vecchio). Quella che era solo un’idea ora trova concretezza in bozze, disegni, calcoli e simulazioni.

Si tratta di un ponte mobile elaborato dallo staff di ingegneri dell’azienda con sede legale a Coseano (Udine), leader nel settore della carpenteria e artefice del rilancio delle struttura balneare ospitata sulla stessa Diga. Il ponte collegherebbe quell’appendice di terra diventata, con il recupero alla balneabilità, meta di svago con il resto della città. La D’Arcano finanzierebbe totalmente l’iniziativa.

L’investimento prevede un impegno economico che oscilla tra i 900 mila euro e il milione e 200 mila euro. Il ponte permetterebbe agli spazi della Diga Vecchia di restare fruibili tutto l’anno senza ricorrere ai mezzi via mare, che oggi per il pubblico vengono fermati da pioggia, bora o mare mosso.

Il “Pedestrian Bridge” – così è stato denominato il progetto - prevede una struttura metallica, leggera, a forma di “S” e lunga circa un centinaio di metri. Un ponte che grazie a una sorta di ingegnose gru è pronto ad aprirsi in tre punti. Questo per non impedire la transitabilità delle imbarcazioni. «All’inizio si pensava di collegare la Diga con il Molo 1, ovvero con l’Adria Terminal, - precisa Francesco Comotti, responsabile della comunicazione per la società D’Arcano – poi ci siamo resi conto dell’importanza di creare invece una comunicazione diretta con il Magazzino 26 e con quella fetta del territorio che si candida a diventare il futuro di Trieste».

Illustrando il “Pedestrian Bridge”, Comotti tiene anche a precisare che «quello che il gruppo D’Arcano ha realizzato l’ha fatto con capitali propri, senza chiedere nulla alla città, dal Fondo Trieste alla Fondazione CRTrieste. Alle istituzioni competenti non chiediamo quindi finanziamenti – precisa – ma un’attenta analisi del progetto e, si spera, una rapida approvazione». Aggiunge ancora Comotti: «Il gruppo vuole investire ancora in questa città, ma se all’associazione “La Diga – L’Isola di Trieste” fosse tolta la concessione di quegli spazi, a subire un danno sarà l’intera città».

Infatti la concessione - che era prima della Sailing People di Federico Stopani e oggi è nelle mani dell’associazione che fa capo alla D’Arcano - è l’ultima della quale sarà possibile usufruire. «Una nuova normativa non permette più che le dighe vengano date in concessione – precisa Comotti – e dunque se questa opportunità venisse preclusa sull’Antica Diga calerebbe il buio».

A promuovere il progetto c’è anche Marco Puntin, il co-titolare della galleria d’arte Lipanje-Puntin che come direttore della sezione cultura del settimanale Genius On-line sostiene l’iniziativa: «È una trovata geniale – sostiene – alla quale la città non può dire no. Non si possono trattare a pesci i faccia imprenditori che decidono di puntare su Trieste».

In attesa di un responso sul progetto, la Diga Vecchia si prepara all’apertura invernale, che partirà dal prossimo fine settimana, con pranzi e cene a tema.

Secondo le cifre fornite da Comotti gli ingressi alla struttura hanno superato i 40mila nei mesi estivi; cinquanta - precisa - i ragazzi ai quali è stato dato lavoro. «Oltre ai ragazzi più giovani diamo lavoro a una ventina di famiglie – chiude Comotti – senza contare l’indotto».

Laura Tonero

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