Un pugno al giovane gay Chiesto il rinvio a giudizio

Era stato un devastante pugno quello sferrato la notte di Capodanno del 2016 alla discoteca del Molo Quarto. Motivato dal fatto che la vittima era un uomo mano nella mano con il suo fidanzato. Una coppia di gay, insomma. Il pugno devastante, tanto da spaccare il pavimento orbitario, lo aveva tirato Hristo Zahariev, 26 anni, bulgaro, cestista fino a quei giorni in forza all’Alma, la squadra di basket. Che poi se n’era andato da Trieste «per ragioni tecnico-sportive», come aveva all’epoca sottolineato il suo procuratore Andrea Comellini.
Ora il pm Matteo Tripani, il magistrato titolare del fascicolo, ha chiesto il suo rinvio a giudizio. Zahariev è accusato di lesioni gravi. Quel pugno aveva causato un danno guaribile in più di quaranta giorni e anche lesioni permanenti. Sotto accusa anche Federico Patrono, 24 anni, amico del giovane colpito dal pugno, perchè a sua volta aveva colpito Zahariev con un oggetto tagliente, provocandogli una lesione guaribile in 15 giorni. Zahariev è difeso dall’avvocato Roberto Ghini del foro di Modena. Simone V., 20 anni, la vittima, è assistito dall’avvocato Giovanna Augusta de’ Manzano.
«Nella notte del primo gennaio, attorno alle 3 del mattino, mi trovavo insieme al mio compagno Federico all'interno della discoteca Molo Quarto», si legge nella denuncia presentata dopo pochi giorni da Simone V. Che poi aveva spiegato: «Eravamo in atteggiamenti intimi ma discreti, tali da non lasciar dubbi circa la mia omosessualità. All'improvviso si è avvicinata una coppia composta da un uomo molto alto e una donna. A un certo punto sono stato spinto. Mi sono girato e ho capito che quel gesto era stato fatto da un uomo in segno di disprezzo della mia persona».
E aveva raccontato: «Il mio moroso ha protestato. Per placare gli animi, prima che succedesse il peggio, mi sono rivolto alla morosa dell'uomo che mi aveva spinto, dicendole di portarlo via».
Si legge ancora nella denuncia: «A quel punto all'improvviso mi viene sferrato un pugno all'occhio sinistro. Vengo colpito anche al naso, e sento l'osso nasale che si spezza. Mi accascio a terra. Il sangue mi esce dal naso. Il mio compagno ha chiamato gli addetti alla sicurezza, che mi hanno prestato assistenza e hanno fatto uscire l'aggressore. Il quale, mi hanno riferito, poi mi ha aspettato fuori dalla discoteca con alcuni amici».
Simone V. si è reso conto della gravità delle lesioni solo il giorno seguente, quando è andato al pronto soccorso dell'ospedale di Cattinara.
Aveva raccontato: «Al mattino, quando mi sono svegliato, ho sentito una forte nausea. Sono andato in ospedale e dopo qualche ora i medici mi hanno operato per inserire una placca di titanio». Ora la richiesta di rinvio a giudizio.(c.b.)
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