Un relitto-laboratorio affondato nelle acque della Riserva marina

Valorizzare l'ambiente del golfo di Trieste, incentivare la ricerca scientifica e creare un’attrazione in grado di portare ancora più turisti in città. Sono gli obiettivi del progetto “Parco navale di Trieste”, idea targata Associazione Trieste Sommersa Diving e riemersa a chiare lettere, e con qualche ulteriore sviluppo, nel corso della prima giornata di “Mare Nordest - I Mestieri e i Misteri del Mare”, la manifestazione ospitata nei saloni del Molo IV, una tre giorni interamente dedicata alla cultura del mare a cura della stessa Trieste Sommersa Diving, allestita con il sostegno di AcegasAps Amga, Trieste Trasporti, Fondazione "Casali", Bignami Sub e Samer&Co.Shipping. Una cornice ideale, appunto, per rilanciare un progetto che, di recente, è stato protagonista anche alla Eudi di Bologna, la maggiore manifestazione espositiva in campo europeo dedicata al mondo della subacquea.
I promotori del progetto puntano a realizzare a Trieste un’operazione di scutling, ovvero l'affondamento volontario di navi e relitti ai fini di un ripopolamento della flora e della fauna marittima. Come location del Parco navale la Trieste Sommersa Diving ipotizza una fascia di mare di circa 50mila metri quadrati posta ai margini della “zona B” della Riserva naturale marina di Miramare, un tratto peraltro individuato dopo una serie di incontri con la Capitaneria di porto e la stessa Riserva. Un’area che soddisfa due criteri essenziali in progetti come questi: la «tutela di area protetta» e «l’impatto zero per la navigazione».
Il secondo tassello del progetto ha già coinvolto la Marina Militare e alcuni arsenali, nel dettaglio Taranto, Augusta e La Spezia, interessati a fornire la materia prima, ovvero le navi destinate all'affondamento volontario e su cui (previa bonifica) andrebbero create le condizioni necessarie per riuscire a creare il “rifugio” ideale per fauna e flora della zona.
Sulla carta, assicurano gli ideatori, il progetto rappresenterebbe un’attrazione turistica importante vista la forte presenza di appassionati di immersioni subacquee nel Nordest. E potrebbe rivelarsi anche uno straordinario scenario per la ricerca in campo biologico marino. Impianti simili attualmente se ne contano in Australia, Nuova Zelanda, Cuba, Maldive, Canada, Malta, Canarie e Stati Uniti.
I costi iniziali? In conto bisogna mettere il traino dei relitti, le operazioni di bonifica e gli ulteriori lavori previsti dagli arsenali di competenza, partendo quindi da non meno di un milione di euro. Delle modalità dello “scuttling” e dei suoi possibili sviluppi si parlerà oggi a Mare Nordest in Molo IV alle 18.30, con gli interventi a cura del Contrammiraglio Francesco Chionna e della biologa marina Sara Andreotti. Intanto si fa già avanti uno “sponsor politico”, Massimiliano Fedriga. Il capogruppo leghista alla Camera ha infatti presentato un’interrogazione ad hoc al ministero dell'Ambiente: «Il progetto Parco navale si inquadra nell'ottica di sviluppo e rivalutazione dei fondali marini - ha sottolineato il parlamentare - e, oltre a rappresentare un unicum in Italia, avrebbe conseguenze positive per l'ambito turistico, quello scientifico e naturalistico, e con ricadute sulla piccola pesca costiera».
La prima giornata di lavori a Mare Nordest ha offerto però anche altri spunti, legati soprattutto ai mestieri del mare, accompagnati in questo caso dal sigillo dell'eccellenza. Possono sicuramente essere annoverati tra i “fuori classe” del mare i due triestini saliti in cattedra per l’occasione: lo yacht designer Alberto Mancini e il comandante Dino Sagani, il primo presente in auditorium davanti a una folla di centinaia di studenti, il secondo collegato in video dalle rotte verso Genova a bordo della Majestic Princess (in sala c’erano i genitori). Un progettista di successo e un capitano che ha bruciato le tappe di una carriera favolosa al comando di navi. Due percorsi diversi, è vero, ma anche due storie che alal fine trasmettono messaggi e insegnamenti quasi analoghi, rivolti prima di tutto al pubblico dei più giovani: «Studiate, formatevi e abbiate coraggio. Sempre».
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