Un residuato bellico affiora al Parco Basaglia di Gorizia: c’è lo stop al cantiere

L’Erpac conferma: «Lavori di riqualificazione sospesi per un paio di mesi». Il rinvenimento accanto al punto ristoro. L’ordigno ha 10 centimetri di diametro
Francesco Fain

GORIZIA. Che sia un’insidia subdola e strisciante per ogni opera pubblica che si effettua sul suolo cittadino è ormai sotto gli occhi di tutti. Il sottosuolo di Gorizia riserva quasi sempre delle sorprese, vista la ricca storia passata di questo territorio: qui si sono combattute due guerre mondiali. «Nel capoluogo isontino, quando di scava, non si sa mai cosa si trova sotto», osservava saggiamente, qualche anno fa, un tecnico del Comune di Gorizia che ne ha viste di cotte e di crude. Oggi è in pensione, ma la sua affermazione continua ad essere d’attualità.

Nuova bomba inesplosa

Premessa necessaria per arrivare alla notizia. Perché, durante i lavori di riqualificazione che stanno interessando il Parco Basaglia è riemerso un residuato bellico inesploso. La notizia non è stata pubblicizzata, è passata sottotraccia. Ma, interpellando l’Erpac (che sta effettuando il primo lotto dell’intervento), è arrivata la conferma. Tutto è nato dal fatto che, di punto in bianco, il cantiere si è interrotto e più di qualcuno se n’è accorto e si è interrogato sull’accaduto.

Lavori sospesi per 2 mesi

«Sono stati sospesi, per almeno un paio di mesi, i lavori di recupero e riqualificazione del punto di ristoro al Parco Basaglia. A poche settimane dalla conclusione degli interventi da parte della ditta incaricata (entro i termini previsti da contratto) è stato, infatti, rinvenuto un ordigno inesploso all’interno del cantiere», conferma ermeticamente l’Ente regionale per il patrimonio culturale.

Area messa in sicurezza

L’Erpac Fvg, infatti, è l’ente che ha commissionato i lavori di recupero e ha «subito informato del ritrovamento la Prefettura e messo in sicurezza il cantiere e l’area circostante - spiega ancora l’ente -. Il cantiere, dunque, ora è interdetto a chiunque non sia interessato dalle operazioni strettamente necessarie alla bonifica/rimozione dell’ordigno bellico». L’appello, insomma, è di non avvicinarsi.

Un piccolo ordigno

Altri dettagli non vengono forniti. Si sa che il Genio civile ha scritto una lettera di avviso alla Prefettura, alla Questura e al Comune di Gorizia in cui l’intervento di disinnesco e bonifica viene catalogato come «semplice». La Questura sottolinea, dal canto suo, che si tratta di un residuato bellico probabilmente risalente alla Prima guerra mondiale, piuttosto piccolo come dimensioni, visto che ha dieci centimetri di diametro e 25 di lunghezza. Non ci sono, al momento, disposizioni riguardo al disinnesco e alla rimozione ma è verosimile pensare che non serviranno evacuazioni.

La palazzina direzionale

Ma di che cantiere si tratta? L’Asugi metterà a disposizione di Erpac la palazzina direzionale all’ingresso del Parco mentre è già “passato” all’Ente regionale per il patrimonio culturale l’immobile denominato “punto di ristoro” che, in passato, fu utilizzato per il ricovero di pazienti con malattie infettive, poi come sede di una tipografia, infine come officina delle manutenzioni. Per quanto riguarda la prima, se ne sta ancora valutando la destinazione d’uso, anche se l’ipotesi più probabile sembra essere la creazione di un centro documentale rivolto alla valorizzazione e fruizione del patrimonio scientifico correlato all’esperienza basagliana.

Centro di aggregazione sociale

Il secondo immobile, invece, diventerà un esercizio pubblico. Ma non solo. L’intenzione è di farlo diventare un centro di aggregazione sociale e culturale. Insomma, un po’ caffè e trattoria e un po’ salotto, laboratorio creativo, spazio per la socialità e il gioco. Un qualcosa di molto simile al Posto delle Fragole presente nel Parco di San Giovanni, a Trieste. I lavori sono iniziati e sospesi a causa del rinvenimento dell’ordigno.

Luogo per eventi temporanei

Come spiegato, di recente, dall’Erpac, «considerata l’esigenza di avere un luogo dove proporre grandi eventi temporanei, concerti, spettacoli, ma anche mercati e fiere, si sta progettando la creazione di un “grande prato verde” infrastrutturato ma libero e da reinventare in ogni occasione, come previsto nella candidatura per le celebrazioni di Nova Gorica/Gorizia Capitale europea della cultura».

Riproduzione riservata © Il Piccolo