«Un tavolo istituzionale per la Roen Est»
I sindacati chiedono chiarezza sulle prospettive della fabbrica. Continua intanto lo stato di agitazione

Altran Ronchi-ROEN EST
«Non ci sta bene passare da bugiardi, torneremo in assemblea per parlare con i lavoratori su cosa sta accadendo in fabbrica, la situazione è marziana, continueremo con le agitazioni e gli scioperi per contrastare i due licenziamenti. Ma soprattutto vogliamo capire dove vuole arrivare l’azienda e a questo punto chiediamo un tavolo istituzionale per chiarire cosa intende la Roen Est quando parla di industria 4.0».
Industria 4.0 la nuova rivoluzione che punta a sostituire il lavoratore con le macchine, che porterà alla cancellazione di tanti posti di lavoro, che si sta affacciando anche in Friuli Venezia Giulia e che ha messo in allarme i sindacati, la Fiom in particolare che vuole vederci chiaro sulla situazione della fabbrica di scambiatori di calore a Ronchi dei Legionari che attualmente dà lavoro a 180 persone. E che è in subbuglio, da settimane, dopo il licenziamento di due lavoratori. «Nessuna riorganizzazione o piano di ristrutturazione» aveva ribattuto la direzione alle rappresentanze della Fiom ricevute dopo la proclamazione delle agitazioni e degli scioperi. Solo due licenziamenti ma in compenso erano state prospettati vari investimenti.
«Alla riunione ci avevano detto che non c’è una riorganizzazione, ma che l’azienda sta attuando un percorso di innovazione verso l’attuazione dell’azzienda 4.0, con l’inserimento di nuovi macchinari - conferma il segretario della Fiom, Livio Menon - c’è un piano di investimenti di 5milioni e mezzo per l’acquisto di due stabilimenti tra cui quello di Monfalcone oltre che in Slovacchia, il potenziamento dell’ufficio tecnico. Ma ci è stato detto anche che ad agosto è stato raggiunto il risultato di bilancio e che sono in arrivo nuovi contratti dall’estero». Una situazione positiva, al di là dei due licenziamenti. Tutte situazioni in realtà smentite poco dopo da una lettera di uno studio legale giunta anche in redazione in cui oltre ad affermare che «sui licenziamenti non vi era alcun obbligo di coinvolgere il sindacato» veniva rinnegato anche quanto dichiarato alla Fiom. A parte il fatto che «non vi è alcun piano di riorganizzazione in essere» nessuna conferma sugli investimenti, smentito anche il potenziamento o apertura di un ufficio tecnico «in quanto la Roen Est già dispone di un simile ufficio e la volontà di aprirlo ex novo è del tutto contraria al vero».
Una presa di posizione che oltre a lasciare basiti i sindacati solleva molti dubbi. Confermati del resto da documenti, scritti nero su bianco che dicono tutto e il contrario di tutto. Ad iniziare dalla lettera di licenziamento giunta a uno dei due lavoratori e della quale siamo venuti in possesso. In cui si parla espressamente, è scritto chiaramente, di «un complessivo processo di riorganizzazione al fine di razionalizzare la struttura». Una riorganizzazione che per ora ha portato alla cancellazione di due posizioni (con due licenziamenti). Ma il sindacato, proprio perchè l’azienda ha fatto cenno al percorso dell’Azienda 4.0 (la fabbrica licenzia gli operai e li sostituisce con nuovi macchinari che non hanno bisogno di mano d’opera), teme che dietro l’angolo ci siano altri licenziamenti e perdita di occupazione progressiva.
Non basta. La Roen Est prima ha incontrato e regolarmente spiegato, come avviene nelle normali relazioni sindacali cosa sta accadendo ai sindacati che hanno proclamato lo stato di agitazione. Poi ha smentito tramite i legali. E poco dopo ha spiegato direttamente agli operai cosa sta accadendo, dribblando i sindacati, con un volantino apparso in azienda. In cui dice che «non c’è alcun piano di ristrutturazione (come scritto nelle lettere di licenziamento)» ma «è in atto il potenziamento dell’ufficio tecnico e prosegue il piano di investimenti». Insomma, un bel garbuglio, i sindacati vogliono capire dove sta la verità e hanno chiesto un tavolo istituzionale esterno (in genere da garante è la Regione) dove chiarire cosa sta succedendo e quali sono le reali intenzioni dell’azienda.
(g.g.)
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