Un tuffo in un mondo agricolo perduto dove adesso compaiono l’aquila e il lupo

Considerato un luogo unico in tutto il Nord Italia per le sue eccezionali caratteristiche naturali  
A.b.

la storia

Non è facile raccontare i magredi perché sono luoghi poco appariscenti, che si svelano con discrezione, ma che agli occhi esperti rivelano straordinarie caratteristiche. Praterie a perdita d’occhio, che finiscono solo quando si innalzano le rocce delle Prealpi, racchiudono un patrimonio di biodiversità unico nel loro genere al punto che sono tutelate come Sito di Importanza Comunitaria (Sic) appartenente alla rete Natura 2000. Per conoscerli vale la pena affidarsi agli esperti. Come Marco Pascolino, guida naturalistica che le frequenta, perlustra, esplora in ogni stagione «a caccia di nuove fioriture» come ci racconta. «È veramente un santuario, un luogo unico nel nord d’Italia. Difficile trovare qualcosa di simile in un ambiente di pianura». E spiega: «Non esistono più praterie naturali così estese e così vaste alle quote basse. Siamo in presenza di un paesaggio che ricorda gli antichi pascoli e il mondo agricolo di un tempo, che non siamo più abituati a vedere nel nostro territorio. È come fare un tuffo nel vecchio Friuli. Ora gli armenti non ci sono più, e pochi agricoltori si occupano dello sfalcio, però resta la magia di un ambiente esteso e ancora selvatico, dove infatti albergano molte specie di animali, dove fa la sua comparsa il lupo e dove ama cacciare l’aquila, che scende dalle cime delle montagne». Vale dunque la pena alzare anche gli occhi al cielo per osservare i grandi rapaci in volo, oltre a osservare attentamente il suolo, per scoprire specie uniche e incredibili. Ecco allora la Crambe tartaria, ovvero «il lino delle fate, come è chiamata popolarmente, perché i bianchi ciuffi piumati delle sue infiorescenze che ondeggiano al vento del nord producono un magnifico effetto fatato, che al tramonto diventa stupefacente». A proposito di animali: è vero che gli uccelli osservati qui sono moltissimi, ma è perché queste terre libere, ampie, estese presentano anche una grande qualità di insetti, pure oggetto di studio, che sono appunto il nutrimento per i volatili. Un ciclo naturale che trova il suo compimento e la sua bellezza e che noi possiamo e dobbiamo conoscere e attraversare con rispetto e attenzione.

Marco Pascolino propone con ForEst, associazione di guide naturalistiche ed esperti ambientali, periodiche visite ai magredi nei periodi di massima fioritura «che sono essenzialmente la primavera, quando sbocciano le orchidee e la tarda estate e l’autunno, che offre colori spettacolari». Visto che questi sono luoghi che necessitano di un minimo di conoscenza per essere apprezzati al meglio, il consiglio è dunque di rivolgersi alle guide andando sul loro sito www.studioforest.it (mail info@studioforest.it) o chiamandoli per informarsi sulle prossime uscite (tel. 3334374335,

3395220309). —



(Per le foto di questa pagina si ringraziano Marco Pascolino, Rinaldo Paravano, Denia Cleri, Mirco Venir)

Riproduzione riservata © Il Piccolo