Una corrida il primo Consiglio comunale
Clima da resa dei conti a Cormons tra maggioranza e opposizione. E l’ex vicesindaco Toros minaccia querela: io offesa sul web

CORMONS. Un Consiglio comunale da resa dei conti post-elettorale. Il primo dell'era Felcaro infatti si è sviluppato tra denunce da parte delle consigliere di opposizione Elena Gasparin e Lucia Toros di offese subite prima del voto rispettivamente da «rappresentanti e/o supporter» del centrodestra e dal consigliere comunale di maggioranza Massimo Falato, e un affondo della stessa Toros nei confronti della consigliera delegata all'Associazionismo, Gianna Urbancig, dell'assessore all'Agricoltura Mauro Drius e dello stesso sindaco Roberto Felcaro per la sua delega al Commercio e alle attività produttive, per presunte "incompatibilità" dovute alle contemporanee cariche come vicepresidente dell'associazione Ric la prima, vicepresidente dell'Enoteca il secondo («Ma mi sono già dimesso» ha risposto l'esponente della giunta tra gli applausi scroscianti dei suoi) e figlio di un noto ristoratore il terzo.
Accusa, quest'ultima, che ha scatenato la risposta durissima del primo cittadino («Come si può anche solo ipotizzare che io possa favorire qualcuno della mia famiglia: che bassezze, evidentemente fa ancora male aver perso per 42 voti») ed una vera e propria lite furibonda tra i due al termine dell'assise.
Insomma, più che un Consiglio, è stata una corrida assoluta come non se ne vedevano da decenni a Cormons tra maggioranza e opposizione, con brusii e interventi ad alta voce del foltissimo pubblico presente, momenti di grande tensione tra le parti e la sensazione che, proprio a causa delle fortissime divisioni di carattere più personale che politico, sarà un quinquennio di rapporti tutt'altro che sereni tra maggioranza e minoranza.
In un'assemblea letteralmente infuocata, durata quasi tre ore, è successo davvero di tutto: e pensare che dopo il giuramento del sindaco Felcaro e l'esposizione del suo programma di mandato nel quale non aveva lesinato concetti di apprezzamento nei confronti dell'amministrazione precedente («Ci sono alcune cose buone fatte che certamente non andremo a toccare», ha ripetuto in un paio di occasioni) sembrava che il clima fosse di pieno fair play, ma le parole del primo cittadino non hanno affatto intenerito l'opposizione, che sin da subito ha mostrato gli artigli. Dopo che Felcaro ha spiegato infatti come il suo programma preveda tra le varie proposte anche la revisione dello Statuto comunale con la proposizione di "Consigli comunali aperti e la possibilità per i cittadini di rivolgere istanze e sottoporre problemi direttamente a sindaco, giunta e consiglieri», l'istituzione di una «Commissione di controllo e garanzia presieduta da un esponente della minoranza» e la cancellazione «del vincolo numerico per gli assessori esterni perché riteniamo giusto valorizzare il più possibile competenze e talenti a servizio del territorio», sono arrivate le stoccate della minoranza, anticipate dalla lettura di un testo di Gasparin che evidenziava «sdegno» perché «la campagna elettorale di alcuni tra voi - ha detto rivolgendosi alla maggioranza - ha travalicato il piano pubblico ed è entrata nella mia sfera personale offendendomi come donna e come mamma con fumetti contro la mia persona e fotografie di mia figlia che avevano l'unico scopo di denigrare me e la mia allora figura di assessore». Gasparin ha chiesto e ottenuto dal sindaco «una presa di distanza da questo tipo di comportamenti», con Felcaro che ha invitato tutti ad abbassare i toni dopo una campagna elettorale «molto dura da ambo le parti». Toros però ha contrattaccato: «Altri - ha detto riferendosi al consigliere Falato - seduti ora e allora in questa assise, hanno abdicato al ruolo di portavoce del rispetto delle regole e delle persone insultando in campagna elettorale», valicando «più volte il confine del lecito, specie sui social, venendo derisa, insultata e offesa: mi vedo costretta perciò ad attivare tutti i percorsi che Procura e Magistratura riterranno opportuni». Ed ha concluso, rivolta alla giunta, con una stoccata a Chiesa e comunità slovena: «Vi è stata accreditata una grande chance: volendo ironizzare direi, magari anche in sloveno, grazie a Dio. Speriamo che non la sprecherete per accontentare portatori di interessi privati».
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