Una diga a Gorizia per salvare i vini del Collio

Grazie all’Isonzo l’irrigazione nell’Isontino viene assicurata da 800 chilometri di tubazioni sotterranee, dislocate su un territorio di circa 10mila ettari che fanno capo a circa 5000 utenti irrigui, per la gran parte imprenditori agricoli. Comparto che concorre a formare il 18 per cento del Prodotto interno lordo provinciale. Se ciò è possibile lo si deve al Consorzio di Bonifica Pianura Isontina, costituitosi nel 1989 attraverso l'accorpamento degli ex consorzi irrigui dell'Agro Cormonese-Gradiscano e dell'Agro Monfalconese. Parlare di irrigazione senza l'affanno dell'emergenza siccità consente di porre una questione fondamentale per il futuro del nostro comparto agricolo, a cominciare dalla viticoltura della Doc Isonzo e Doc Collio. L'unica soluzione è costruire un invaso, una traversa, una diga o come lo si voglia chiamare capace di garantire un flusso costante minino di 25 metri cubi al secondo. Tale quantitavo metterebbe al riparo dalle conseguenze della siccità. Secondo il Consorzio presieduto da Enzo Lorenzon inoltre si migliorerebbe la qualità ambientale dell’Isonzo e si ottimizzerebbero gli utilizzi a valle dello sbarramento di Salcano.
L’intenzione progettuale
La collocazione ideale per realizzare un sistema di compensazione delle portate si trova a ridosso della passerella di Straccis. Si prevede un investimento di 18 milioni di euro, con la garanzia di finanziamento per metà dalla Camera di Commercio di Gorizia. Una traversa fluviale inserita in un contesto più ampio di recupero dell’area ormai degradata - secondo Lorenzon - non sarebbe impattante. Si parla di ridotte altezze di appena tre-quattro metri sufficienti a creare uno sbarramento dalla capacità di almeno due milioni di metri cubi d'acqua. I 18 milioni sono un terzo dell'ammontare degli investimenti effettuati dal Consorzio per la costruzione degli impianti di irrigazione a pioggia. «Uno sforzo gigantesco – puntualizza Lorenzon – ma che ci consente di risparmiare fino al 60 per cento dell'acqua rispetto ai metodi tradizionali di irrigazione a scorrimento». La traversa di Straccis avrebbe un duplice vantaggio. Da una parte i benefici per l'agricoltura, dall'altra la riqualificazione di un sito altamente degradato. Nell'agenda del Comune di Gorizia c'è la valorizzazione della storia della famiglia Ritter, fondamentali nella crescita industriale e sociale dell'ex Nizza austriaca nella seconda metà dell'Ottocento proprio grazie alle filande di Straccis.
I rilasci da Salcano
Lorenzon: «Nell’ambito degli accordo di Osimo era stato definito un sistema globale di regolazione della portata dell’Isonzo che garantiva all’Italia, attraverso la realizzazione della diga in zona Ponte del Torrione, quella costanza d’acqua necessaria per l’ambiente e per gli scopi irrigui ed industriali. Di fatto i rilasci d’acqua in territorio italiano avvengono con ampie oscillazioni, che non consentono un utilizzo regolare del servizio irriguo nel comprensorio: la Slovenia, infatti, interpreta l’accordo con l’Italia nel senso che ha l’obbligo di fornire una portata media e minima giornaliera garantita, ma non con un deflusso costante, causando spesso, pertanto, disfunzioni nell’irrigazione con spegnimenti degli impianti irrigui ad aspersione».
Le conseguenze
«Lo sbalzo giornaliero di portata e di livello dell’Isonzo nel territorio italiano rende a volte difficoltoso l’esercizio di irrigazione nella parte Nord del comprensorio (Agro Cormonese) e critico nella parte Sud (Agro Monfalconese). Per alcune ore della giornata, che coincidono con le ore di minor rilascio dell’acqua da parte dell’invaso di Salcano, si evidenziano sensibili riduzioni dei livelli idrici nei canali (soprattutto nel Monfalconese) tali da prosciugarne quasi completamente alcuni tratti mettendo in difficoltà l’irrigazione. Durante la fascia oraria diurna, quando l’energia idroelettrica prodotta ha un valore elevato rispetto a quella notturna, la società privata slovena che gestisce l’invaso di Salcano, mette in funzione le turbine per la produzione di energia rilasciando nell’asta fluviale un consistente quantitativo d’acqua (variabile da 40 a 140 mc/s in base alle condizioni climatiche). Al contrario, nella fascia notturna, l’acqua è trattenuta nell’invaso con un modesto rilascio (inferiore a 20 mc/s) che dà origine a molti problemi sia al fiume che alle due derivazioni per uso irriguo-industriale di Gorizia e di Sagrado.
I picchi
Lo sbarramento di Salcano, con la sua funzione di produzione di energia idroelettrica, rilascia per qualche ora nei giorni feriali picchi di volumi d’acqua che non si possono immagazzinare a valle in territorio italiano per assenza di adeguate opere idrauliche. Un esempio: nella giornata del 14 agosto Salcano, nonostante il lungo periodo siccitoso, ha scaricato un considerevole volume d’acqua. Ciò equivale a un gigantesco singhiozzo che provoca flussi d'acqua incostanti e, paradossalmente, dannosi all’ambiente fluviale. A nulla, o a poco, sembra dicapire dalle parole di Lorenzon, sono serviti i vertici con le autorità slovene.
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