Una diga fatta di scogli davanti al “Villaggio”

Una diga di scogli davanti al Villaggio del pescatore per proteggere i marina dalle mareggiate e fare da barriera all’ingresso dei fanghi nel Canale Est Ovest, ma anche e soprattutto interventi di dragaggio strutturali, programmati di tre anni in tre anni, fatti ogni dodici mesi, per garantire la navigabilità all’interno del canale che porta al polo nautico del Lisert e un fondale minimo a meno 3 metri di profondità. Una misura necessaria in particolare alla Monte Carlo Yacht per poter ultimare le barche a vela, i maxi 66 e 76 piedi, che saranno presto in costruzione nello stabilimento. Queste le proposte emerse al tavolo convocato ieri dalla Regione proprio nel cuore del Polo nautico del Lisert, alla società nautica Tavoloni.
Un vertice affollato con l’assessore regionale alle attività produttive Sergio Bini accompagnato dal direttore Magda Uliana perché, lo ha confermato lo stesso assessore «abbiamo voluto prenderci le deleghe degli escavi» vista la rilevanza per lo sviluppo economico e turistico. Presenti anche il sindaco Anna Cisint («ho cercato di fare da trade union per condividere questo momento di confronto e sviluppo»), il Consorzio per lo sviluppo economico con Cesare Bulfon «braccio operativo della Regione» per i dragaggi dell’Est Ovest e soprattutto gli operatori. Dall’Ocean alla Nautec, da Crackboat a alla Marina Lepanto, l’associazione nautica Laguna, la Polisportiva San Marco (queste ultime del Villaggio del pescatore) fino ai direttore finanziario della Monte Carlo Yacht Cuogo. Ospite pure il nuovo comandante della Capitaneria di Monfalcone, Giovanni Nicosia.
«C’è un problema con la produzione delle barche a vela che inizierà a breve – spiega il direttore finanziario della Mcy Fernando Cuogo – da marzo vedranno la luce i modelli 76 e 66 piedi della Cnb, uno al mese, ma non possiamo montare la chiglia, sono scafi a doppia deriva, e nemmeno l’albero. Siamo costretti a ultimare le imbarcazioni a poca distanza, dove c’è profondità. Con costi maggiori e purtroppo il varo non potremo farlo a casa nostra». Un problema del fondale che si fa sentire anche a chi cerca nuova clientela.
«C’è sempre più interesse di clienti con barche grandi, ma ci piange il cuore a dire di no perché queste non possono entrare e nemmeno uscire», spiega Andrea Cugola del Marina Lepanto.
Tutti nodi sui quali da parte della Regione, ha assicurato l’assessore Bini, c’è «massima attenzione e per i dragaggi verranno messe tutte le risorse necessarie dopo una giusta programmazione triennale come si fa anche per le aziende private».—
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